giovedì 29 luglio 2010

Fini, Berlusconi, Opposizione


Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad enormi cambiamenti nella politica nazionale.
In primo luogo la mossa di Fini e dei suoi seguaci è servita a scuotere gli animi dei cittadini e ad avvicinarli con interesse alla politica, ma al di là di queste considerazioni, quello che sta avvenendo questa sera a Palazzo Grazioli è sensazionale.
I "berlusconiani", insieme ai "voltagabbana" in quota ex-An, hanno mandato ai probiviri del PdL gli uomini più vicini al Presidente della Camera:Bocchino, Briguglio, Granata.
Da qui parte una mia sarcastica osservazione: nel PdL esistono probiviri? e se esistono perché Berlusconi li ha messi alla porta del partito?
Di sicuro le ultime inchieste non ne mettono in buona luce gli organici, sempre più coinvolti in procedure meramente affaritiche e che non hanno nulla a che vedere con la politica e l'amministrazione.
Riflettendo sul percorso politico di Fini all'interno del PdL mi viene da pensare che dietro a tutte le sue dichiarazioni ci sia stato un piano prestabilito ed organizzato.
Sembrerà futile e banale la mia considerazione ma se la pensiamo in termini militari, l'edificio viene distrutto in misura maggiore se la bomba detona dal suo interno.
Fini conosce i suoi polli, ed è per questo che sa benissimo quali sono i punti deboli di Berlusconi sul quale sfidarlo in campo aperto: questione morale e legalità.
Per cui a mio avviso non vi è dietro un ragionamento meramente incentrato sulla suddivisione di ruoli e poltrone, ma una vera e propria nuova architettura costruita per sostituire il raccapricciante scempio berlusconiano.

Passando alla figura del Premier e dei suoi accordi a casa Vespa con gli esponenti dell'UdìC, si può evincere che per lui l'espulsione di 35 deputati e 10 senatori "finiani" non cambia assolutamentente nulla.
Probabilmente è stato contratto un accordo per il quale al momento dell'uscita di Fini dal PdL, l'UdC vota a favore le varie questioni di fiducia presentate al Parlamento dai berlusconiani ed le altre leggi importanti per il partito (fra cui probabilmente il ddl intercettazioni);
Per cui nelle prossime settimane assisteremo ad una sorta di "maggioranza variabile", che potrebbe includere anche il PD, che oggi ha offerto "larghe intese" alla Lega Nord ed in particolare all'UdC.

Dal canto nostro dobbiamo tenere bene gli occhi aperti e fidarci esclusivamente delle nostre capacità.

Marchesi Andrea

In tempo di crisi è utile risparmiare con il Web



Il "Cloud Computing" è una tecnologia che fa eseguire i programmi di cui abbiamo bisogno da altri computer tramite il collegamento Web.
Il Pc non contiene i software utilizzati, ma si connette ad essi tramite la "nuvola" formata da migliaia di pc, ed ottiene le operazioni richieste.
"Cloud Computing" è un vero e proprio punto di svolta nel mondo dell'informatica, perché in linea utopistica, le funzioni di un computer verrebbero trasferite tutte nella nuvola e finirebbe l'impero di Microsoft.
Questo è possibile in quanto il pc, per utilizzare tali programmi, ha bisogno solo del sistema minimo operativo per collegarsi via Internet alle varie applicazioni.

Dal punto di vista economico-finanziario i benefici per il cliente sono molteplici:
1)Trasformazione dei costi fissi(cioè non è necessario l'acquisto dei programmi)in costi variabili, perchè si usa quando si vuole, come si vuole e si paga in base al consumo;
2)L'infrastruttura cloud costa, a parità di prestazioni, garanzie e funzionalità, dal 20% al 70% in meno rispetto alle altre soluzioni convenzionali (hard disk, ecc..ecc..);
3)Non richiede grandi investimenti ed i costi sono spalmati sui periodi d'uso;
3)Per le PMI c'è l'opportunità di pagare on demand (a richiesta): può utilizzare più software proposti da più aziende, senza spendere troppo.

I vantaggi sono percepibili fin da subito, soprattutto da quello che si evince in termini di risparmio finanziario e di spazio all'interno dei pc.
Inoltre è facile trovare tali applicazioni perché sono sul Web; I più famosi sono Google Apps (il migliore), Apple, Amazon, ma ci sono tante altre aziende in rete che offrono lo stesso servizio.

Il futuro è Web.

Marchesi Andrea

sabato 3 luglio 2010

Giappone: un modello da perseguire



Il Giappone rappresenta il modello vincente per l'Italia.
E' la più grande economia asiatica, ed è la seconda nel mondo in termini di Pil Nominale. Sono due Paesi piuttosto simili, per la conformazione geografica (scarso controllo idrico, prevalenza di terreno collinare, scarse aree pianeggianti e fertili) e per la dotazione di risorse sia energetiche (non è presente, sia in Italia che in Giappone il coke per alimentare le industrie ed inoltre è molto scarso il petrolio) sia naturali (lo staple product più presente in entrambi i Paesi è la seta che viene trasformata ed alimenta il settore manifatturiero e tessile).

Sono inoltre molto simili per i processi economici intrapresi dalla Prima Rivoluzione Industriale fino al secondo Dopoguerra: entrambi arretrati, con una popolazione prevalentemente analfabeta ed occupata per circa il 70% nel settore agricolo, sottoccupazione, impiego inefficiente della manodopera, scarsi investimenti nella formazione e nell'istruzione, l'organizzazione della società e della produzione è di tipo padronale (mezzadrìa) o feudale, entrambe economie di trasformazione, dipendenti dalle esportazioni di seta grezza (o del prodotto tessile che viene lavorato per poi essere finito in altri mercati) per avere un avanzo con cui acquistare le materie prime e le fonti energetiche per il timido tessuto industriale nascente intorno agli anni '20 del secolo scorso.

Dal dopoguerra però le cose cambiano improvvisamente, ed i due paesi divergono sttrutturalmente.
L'Italia preferisce seguire il modello americano della Grande Impresa, dell'American Manifacturing System (produzione in serie, economie di scala, standardizzazione dei componenti, macchinari avanzati), del Labour Saving, quando in Italia il fattore scarso era quello delle risorse e non della manodopera (che era peraltro occupata inefficientemente e la Prima Globalizzazione ha permesso di reimpiegarla efficientemente nel settore agricolo e nel settore manifatturiero e di avere una crescita dei redditi in Italia e in America di soddisfarne la domanda e di abbatterne il costo), quando il tessuto industriale era ancora in via di sviluppo e di tipo familiare in cui si prediligevano le PMI e dove ancora la formazione tecnico-industriale era sottovalutata e non godeva degli investimenti necessari per formare una classe operaia ed ingegneristica avanzata e capace di competere sui mercati internazionali.

Il Giappone invece si è gettato subito sulle tecnologie della Terza Rivoluzione Industriale, ha premiato lo sviluppo tecnologico, ha investito in istruzione e formazione scientifica, ha rimosso il sistema di caste e favoristismi creando un meccanismo meritocratico capace di avere una classe dirigente sempre nuova e sempre intraprendente e competente nel realizzare sistemi produttivi nuovi ed efficienti (come il Toyota Production System e il modello Keyretsu che ha permesso di collegare alla perfezione le Grandi Imprese e le PMI attraverso il principio di cooperazione interna in cui le Grandi Imprese acquisiscono la componentistica da sub-imprese direttamente collegate alla prima ma dove anch'esse riescono ad avere altre sub-imprese capaci di produrre la componentistica per le seconde,ecc..ecc..).

Allora perché l'Italia non è riuscita a seguire il Modello Giapponese tanto simile e ripetibile nella nostra economia?E' una domanda estremamente difficile a cui dovrebbero rispondere i governi della Democrazia Cristiana e gli imprenditori italiani che non hanno avuto il coraggio di intraprendere processi di innovazione tecnologica del fattore strutturale necessaria ad un miglioramento qualitativo del prodotto, ad una crescita della produttività e del numero di prodotti offerti, che non hanno voluto rompere i legami clientelari e familiari a favore di un sistema meritocratico che apriva le porte alla giovane classe dirigente, che ha preferito utilizzare gli utili generati per l'acquisto di proprietà e non li ha reinvestiti in azienda. Sono queste le domande a cui dobbiamo rispondere per comprendere anche la crisi dell'economia italiana che ormai ci danneggia a livello internazionale dagli anni '80, e sono queste le domande che meritano una riposta da una vecchia politica capace solo di favorire gli interessi di pochi ambienti a scapito della maggioranza della popolazione, che non accede alla suddivisione della ricchezza nazionale e che non ha speranze di intraprendere percorsi e processi di miglioramento del proprio tenore di vita.

La responsabilità è soprattutto dei governi che si sono avvicendati negli ultimi 15 anni, anche di una ottusità del gruppo Ds-Margherita che ha preferito a logiche di progresso e di crescita economica indicate da Prodi logiche meramente partitocratiche, facendo cadere Prodi I e Prodi II per ben 2 volte. La responsabilità del collasso economico è indirizzabile ancor più ai governi di centro-destra che hanno distrutto la concorrenza capitalistica nella misura in cui stanno costantemente diminuendo gli investimenti in istruzione e formazione, non favoriscono attraverso incentivi la ricerca e lo sviluppo pubblico e privato, non riescono a creare circuiti finanziari più accessibili per le imprese e soprattutto non sono capaci e nemmeno interessati a porre una tassazione per i trasferimenti fra banche e limitare i tassi d'interesse.

Le soluzioni a queste problematiche sono ben esposte nel Programma Politico predisposto da Italia dei Valori nel punto 2 "Economia e Finanza", soprattutto quando si esplica la necessità di diminuire il carico fiscale alle imprese, di rilanciare la crescita della produttività con incentivi alla rottamazione e con la detassazione degli investimenti finalizzati alla ricerca (ma direi anche per formazione tecnico-applicata nelle scuole superiori ed investire soprattutto nel fornire le università di Ignegneria-applicata di laboratori all'avanguardia ed aumentare le ore pratiche), processi di specializzazione , ridurre l'Irap (Imposta Regionale Attività Produttive) alle imprese che investono in innovazione tecnologica e risparmo energetico e per ultimo, ma non per importanza, favorire processi di aggregazione e cooperazione fra le imprese, in modo tale da organizzarle anche secondo un Modello di Capitalismo Renano o Giapponese.
Già con queste piccole modifiche strutturali l'Italia potrebbe avviarsi verso una crescita del Pil Reale e del Pil Pro-Capite migliore rispetto agli anni precedenti la Crisi.

Marchesi Andrea

lunedì 21 giugno 2010

In Rif. all'Ordinanza n° 19/2010 C.Fibocchi

http://www.comune.castiglionfibocchi.ar.it/images/stories/doc039.pdf

Questa Ordinanza mi sembra una buona cosa viste le condizioni riprovevoli dei terreni rimasti inutilizzati nel Comune di Castiglion Fibocchi. Dura invece la considerazione verso una Amministrazione Comunale, con riferimento particolare al Consiglio Comunale, che dovrebbe tenere in "buone condizioni igieniche" il proprio atteggiamento verso gli elettori concittadini in quanto hanno tradito il mandato elettorale ed il rispetto verso l'elettorato tramutando improvvisamente una lista civica "Amici per Castiglioni" composta da differenti individualità politiche in "Popolo della Libertà" senza alcuna motivazione plausibile, come appurato da una consultazione del Corriere di Arezzo di qualche mese fa in cui è presente un'intervista rilasciata dal Sindaco di Castiglion Fibocchi in quota PdL (?)e da una consultazione che potete fare tutti su http://it.wikipedia.org/wiki/Castiglion_Fibocchi (o forse per futuri accordi in vista delle Elezioni Amministrative). Invito la cittadinanza ad aprire gli occhi ed a porre la propria fiducia verso altre forze politiche e soprattutto verso rappresentanti che non vendono la propria ideologia a meri interessi personali.

domenica 6 giugno 2010

ProfitLife:che società!

Questi signori di PROFITLIFE sono solo una società di ciarlatani e truffatori inesperti per inesperti.
Facendo due rapidi calcoli matematici, e prendendo a campione i dati da loro stessi forniti, si evince dagli stessi che in realtà la loro azienda retribuisce molto meno di quanto previsto ed esposto.

Data di inizio:2005
numero consulenti:400
contratti stipulati:7000 ca.

quindi: 7000 contratti diviso 5 anni = 1400 contratti annui;

1400 contratti diviso 400 consulenti = 3,5 contratti l'anno per consulente!!nettamente meno del minimo auspicato di 1 contratto al mese!!!

e già questo fornisce bene un'idea di quanto in realtà sono alla ricerca di clienti e famiglie da "pelare" che di lavoratori professionali.
Andando avanti nei calcoli:
in media gli impianti per le abitazioni sono di 3,15 kwp; non fornendo un prezzo per tale impianti, possiamo stabilire per convenzione che il prezzo medio è 28000 euro, che diviso per 1000 (il numero fisso di calcolo points) fa 28 points!!!28 points per 16,28 euro (retribuzione per points) fa 455,84 euro a contratto!!!!

moltiplichiamo allora 455,84 per 3,5 contratti annui e vediamo che un consulente di profitlife in una anno guadagna 1595,44 euro!!!!Un niente rispetto ai circa 70000 euro che portate in azienda!per non parlare degli strani calcoli fatti per stabilire la retribuzione dell'AEEG all'energia elettrica prodotta.

POSSONO TRUFFARE ED IMBAMBOLARE TUTTI, TRANNE UN ECONOMISTA.

martedì 25 maggio 2010

"Intercettazioni: conferenza stampa in diretta streaming" di Antonio Di Pietro | 25 Maggio 2010
Tieniti aggiornato: www.antoniodipietro.it

martedì 18 maggio 2010

La Crisi Italiana - cit. Sandro Trento

Parliamo di crisi finanziaria e dei rischi per l'Italia. L'Italia ha un debito pubblico pari al 120% del Prodotto interno lordo. Si tratta del terzo debito pubblico più grande del mondo. E' un dato che ci deve far preoccupare soprattutto in un momento in cui i mercati finanziari sono molto nervosi, e attaccano altri paesi con situazioni finanziarie molto difficili.
Storicamente ci sono tre modi per abbattere un debito pubblico di queste dimensioni:
- il primo modo si verifica quando un Governo fa scattare un'iper-inflazione. E tramite quest'iper-inflazione azzera il debito del paese stesso;
- il secondo modo si verifica quando un Governo si rifiuta di pagare il debito. Questa modalità viene chiamata "ripudio" ed è una situazione di fallimento;
- il terzo modo per abbattere un debito pubblico di queste dimensioni è quello invece di puntare sulla crescita economica. Si fa crescere il paese in modo tale che il rapporto tra debito e Pil viene abbattuto, perché è quest'ultimo che cresce in modo vistoso.
Di queste tre possibilità è chiaro che le prime due sono catastrofiche per la nostra nazione. Con un'iper-inflazione assisteremmo a ricadute drammatiche sulle famiglie risparmiatrici, sui piccoli commercianti e sui lavoratori. Si determinerebbe, insomma, una situazione molto grave.
Nell'ipotesi del "ripudio", che è quella adottata dall'Argentina negli anni '90, i risparmiatori si ritroverebbero senza soldi, i titoli pubblici varrebbero zero, molte banche rischierebbero di fallire.
E' chiaro, allora, che la strada verso cui l'Italia dovrebbe puntare è quella della crescita economica. Quello che noi, come Italia dei Valori, chiediamo al governo Berlusconi è di concentrare tutte le risorse e le intelligenze del Paese per consentire all'Italia di ritornare a crescere a tassi sostenuti.
E' questa la priorità, in questo momento. Bisognerebbe avere il coraggio di fare alcune riforme necessarie. Riforme che riguardino le liberalizzazioni dei mercanti. Che riguardino il mercato del lavoro: consentire ai giovani e alle donne, soprattutto, di trovare rapidamente un posto di lavoro. Rendere compatibile lo scenario attuale di invecchiamento della popolazione con un sistema pensionistico sostenibile nel tempo.
Queste ed altre sono le misure che oggi in Italia bisognerebbe prendere per consentire al paese di crescere e mettere al sicuro i conti pubblici e metterci al riparo da una crisi finanziaria.
Invece il governo Berlusconi è fermo e si preoccupa di questioni legate alle vicende personali del Premier, come il lodo Alfano. Oppure si preoccupa di accontentare la Lega con provvedimenti ad hoc.
Noi chiediamo di mettere al centro dell'agenda del governo gli interessi degli italiani. Questo Paese ha bisogno di tornare a crescere il più rapidamente possibile.

domenica 9 maggio 2010

LA CRISI GRECA

La Grecia rischia perch... Mostra tuttoè entro il 19 Maggio 2010 dovrà rifinanziare il proprio 9 miliardi di euro di debito pubblico, emettendo titoli per ricevere liquidità con cui rimborsare i creditori. Nel caso in cui la Grecia non riuscisse ad adempiere a questo obiettivo e ricercare nuovi investitori interessati ai BDT, il debito sarà insolvente.
L'UE e l'FMI hanno posto in essere un piano d'intervento, in cui l'UE presterà alla Grecia 30 miliardi di euro e il FMI 15 miliardi di euro. L'Italia dovrà contrarre così un nuovo debito pubblico di 5,5 miliardi di euro da girare poi alla Grecia, che dovrà prima rimborsarlo all'UE poi al FMI.
Il piano non funzioner... Mostra tuttoà per 2 ragioni:
1) I mercati non credono alle promesse del Governo Greco sulla riduzione del deficit, in quanto ha truccato precedentemente i bilanci valutando al ribasso lo stato di salute dei conti pubblici al 3% (quando il deficit in realtà era al 14% del PIL);
La Grecia non può uscire dall'EUROZONA perchè si vedrebbe costretta a risarcire un debito con una moneta più forte del dracma;
L'indebolimento dell'euro ha contratto un effetto positivo nella misura in cui ha reso più appetibili ai mercati internazionali i prodotti europei.
2) La Germania, che è il primo contribuente per finanziare gli "aiuti" ad Atene, è indecisa a salvare la Grecia, in quanto il 9 Maggio ci sono importanti elezioni Regionali ed i cittadini tedeschi sono molto attenti alla spesa pubblica e sono contrari ad aiutare un Paese incapace di creare sviluppo come la Grecia (soprattutto i Liberali), in quanto... Mostra tutto la Germania dovrebbe contrarre un debito di 8,4 miliardi di euro;
L'indecisione tedesca però fa salire i costi del salvataggio:
La moneta unica non è uno scudo per tutti i Paesi UE, soprattutto per quelli come l'Italia che non hanno i conti in ordine che subiranno interessi molto elevati.

Tutto questo porterà ad una maxi-speculazione contro l'euro da parte dei mercati internazionali, che vogliono tagliare fuori i Paesi deboli come l'Italia, la Grecia, il Portogallo, la Spagna (acronimo PIGS).

Per quanto riguarda quello che è accaduto in questa settimana, vorrei porre la questione sull'Italia ed entrare nel merito di Giovedi 6 Maggio 2010 a P.zza Affari.
Giovedì la Borsa è caduta sotto i colpi di vendite su tutti i più importanti titoli, in particolar modo sulle Banche;
In questo modo gli speculatori hanno colpito il cuore della Finanza Italiana.
Il FTSE MIB, indice dei maggiori 40 titoli italiani, ha perso il 4,27%, che sommato ai cali di Martedì 4 e Mercoledì 5 è del 10%; Ovvero 70 miliardi di euro di investimenti sono stati persi Giovedì, 260 miliardi di euro da Martedì.

Tutto questo è stato posto in essere dal cosidetto sistema PANIC SELLING, ovvero un'accellerazione sfrenata delle vendite a ribassi epici.
La colpa è essenzialmente delle Agenzie di Rating come Moody's, che ha affermato che esiste un possibile rischio di contagio greco all'interno del Sistema Europeo, in particolar modo sui PIGS ed UK, gettando il panico ed incentivando gli speculatori.

Le conseguenze sono essenzialmente 3:
1)Il crollo dell'Euro a 1,27 sul Dollaro;
2)Riduzione del 6,7% del prezzo del petrolio al barile per consentirne l'acquisto, evitando così una contrazione dell'economia;
3)Tremonti vara la manovra 2011-2012, 25 miliardi di euro, 1,6% del PIL.

Ma per comprendere meglio tutto questo dobbiamo pensare ai perché della crisi mondiale.
Nel 2008 le Banche erano in via di fallimento perché avevano acquisito i TITOLI TOSSICI, che non valevano niente;
Lo Stato attraverso la spesa pubblica emette Titoli di Stato (debito per 220 milioni di euro) e le Banche si riempiono di titoli, ma usano i soldi della BCE, quindi non mettono i fondi del proprio capitale conseguendo così utili (CARRY TRADE).A questo punto della storia BANCA E STATO SONO UNA COSA SOLA: Gli Stati rischiano per i debiti, mentre le Banche solo se qualcuno non paga.

Il rischio si è spostato quindi DAL SETTORE PRIVATO A QUELLO PUBBLICO e nello stesso tempo si è permesso a coloro che ci hanno portato nella crisi di LUCRARE SUI TASSI D'INTERESSE pagati dai contribuenti.

Un punto dell'economia - Gli effetti della crisi greca

mercoledì 10 marzo 2010

Pannelli fotovoltaici

Pannelli fotovoltaici:
Un esempio concreto: il Comune di Berlingo (Bs)


Prendiamo esempio dal comune di Berlingo. Cloniamolo in tutti i nostri comuni.

“ Avendo riscontrato la sua attenzione alle tematiche ambientali e delle energie rinnovabili, mi permetto di segnalare un intervento che il Comune di Berlingo (Bs) ha recentemente approvato e che verrà realizzato nel prossimo anno: si tratta di un impianto combinato fotovoltaico-geotermico che fornirà energia elettrica e riscaldamento al nuovo polo scolastico in costruzione (materna e elementare) e al già realizzato centro sportivo.
L'opera, che per un Comune di ridotte dimensioni (2200 abitanti) come il nostro è di notevole entità, si rende realizzabile grazie al contributo in conto energia ottenuto dal GRTN e permette di azzerare le emissioni in atmosfera, rendere autosufficienti da un punto di vista energetico gli edifici pubblici sopra citati e ridurre drasticamente, se non azzerare, i futuri costi di gestione derivanti da energia elettrica e riscaldamento.
Da sottolineare come il polo scolastico e il centro sportivo sorgono in una zona centrale del paese, dove, fino al 2000, esisteva una discarica abusiva di rifiuti pericolosi (piombo e scorie di batterie) interamente bonificata mediante la totale rimozione del materiale inquinante, con il contributo della Regione Lombardia: un sito altamente pericoloso diventa quindi, per una sorta di contrappasso dantesco, un luogo fortemente significativo per la salvaguardia dell'ambiente.
Il nostro Comune ha già messo in funzione (2005) un impianto solare termico per il riscaldamento dell'acqua sanitaria del centro sportivo e un impianto fotovoltaico (2006) per il municipio.
Ha avviato una partnership con una cooperativa sociale specializzata nel settore delle energie rinnovabili, proponendo, nello scorso mese di febbraio, un incontro alla cittadinanza sul "conto energia" e promuovendo quindi installazione di pannelli fotovoltaici anche presso le abitazioni private.
Il nostro vuole essere un esempio e uno stimolo di come, al di là di proclami spesso fini a se stessi, anche realtà piccole come la nostra possono realizzare programmi di intervento significativi e eco-compatibili. Ringrazio per l'attenzione e saluto cordialmente”.
Dario Ciapetti - sindaco di Berlingo

sabato 6 marzo 2010

Golpe, economia, Unione Europea

Potrei dire fortunatamente con l'art 10 e 11 della Costituzione l'Italia accetta l'ingresso dell'ordinamento giuridico europeo direttamente nel nostro ordinamento ed abroga, modifica, sostituisce le norme vigenti; inoltre l'Italia pone limiti alla sovranità per il mantenimento dei rapporti di pace e cordialità con le altre Nazioni.
L'ordinamento UE, a noi cittadini onesti, ci viene costantemente in aiuto, soprattutto quando, con le Direttive CE, si pongono obiettivi agli Stati Membri e ne si controlla e verifica i risultati.
Le "multe" di cui lo Stato Italiano ha detenuto il primato all'interno dell'UE, sono proprio le derivate dell'inadempimento dell'Italia agli obiettivi posti dalla Commissione, dal Consiglio, dal Parlamento Europeo che in regime di codecisione e cooperazione, emanano gli atti comunitari riguardanti la politica comunitaria.
Questo per dirvi che l'Unione Europea è una struttura solida, che fortunatamente non è ancora scalfita dal modo di "fare" della politica italiana, sopratutto quella berlusconiana.
L'UE può anche venire in aiuto degli stessi cittadini, con i Mediatori, che sono dei funzionari che risolvono i problemi di cattiva amministrazione all'interno degli Stati Membri.
Perchè non interpelliamo tali Mediatori nei casi di mala amministrazione nei nostri Comuni, Province, ecc...? Sarebbe un bel modo per salvare il salvabile!
In altri Stati Membri il sistema è spesso utilizzato in maniera efficiente!
Questo per informarVi di questi servizi che offre l'UE.
Inoltre noi Italiani ne abbiamo molto più bisogno degli altri Paesi di risolvere i casi di malsanità politica ed amministrativa; ed è un segnale molto negativo, talmente negativo se confrontato con l'ingresso di Paesi come la Romania in Europa, che è un segnale sicuramente di rilievo, perchè rappresenta il dato di fatto che anche la Romania, dal punto di vista del debito pubblico, infrastrutturale, della libertà di stampa, di espressione, di pensiero è in una situazione positiva rispetto alla nostra.
E' preoccupante il fatto che i P.I.G.S., cioè i paesi economicamente e finanziariamente deboli e non competitivi sono Portogallo, Italia, Grecia, Spagna. Pensiamo al tracollo della Grecia, alla maschera bancaria creata per rendere il loro debito meno imponente, pensiamo all'Italia di adesso, alla Spagna, al Portogallo..bhé...il segnale è che anche l'Italia è sul lastrico e stiamo andando ad alta velocità verso il baratro.

mercoledì 3 marzo 2010

Delibera Comune Castiglion Fibocchi n.4

Comune di Castiglion Fibocchi
Provincia di Arezzo
Ufficio Urbanistica
AVVISO PUBBLICO
Si porta a conoscenza degli enti, associazioni, aziende,
organizzazioni e dei cittadini o gruppi di cittadini che la
deliberazione del Consiglio Comunale di Castiglion Fibocchi
n° 44 del 29/12/2009 d’oggetto: “Adozione del progetto di
Variante al Piano di Lottizzazione Comparto “S. Agata 2” è
stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione
Toscana n. 2 del 13/01/2010.
Si informa inoltre che dalla data di pubblicazione
sopracitata la suddetta deliberazione ed i relativi allegati
sono depositati presso l’Ufficio Urbanistica comunale per cui
chiunque potrà prenderne libera visione ed entro i successivi
45 giorni presentare le osservazioni che riterrà opportune.
Castiglion Fibocchi, 13 gennaio 2010
Ufficio Urbanistica
(Arch.S. Parigi

Delibera Comune Castiglion Fibocchi n.3

Comune di Castiglion Fibocchi
Provincia di Arezzo
Ufficio Urbanistica
AVVISO PUBBLICO
Si porta a conoscenza degli enti, associazioni, aziende,
organizzazioni e dei cittadini o gruppi di cittadini che la
deliberazione del Consiglio Comunale di Castiglion Fibocchi
n° 43 del 29/12/2009 d’oggetto: “Adozione del progetto di
Variante al Piano di Lottizzazione Comparto C12 in zona
Casina di Sotto” è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale
della Regione Toscana n. 2 del 13/01/2010.
Si informa inoltre che dalla data di pubblicazione
sopracitata la suddetta deliberazione ed i relativi allegati
sono depositati presso l’Ufficio Urbanistica comunale per cui
chiunque potrà prenderne libera visione ed entro i successivi
45 giorni presentare le osservazioni che riterrà opportune.
Castiglion Fibocchi, 13 gennaio 2010
Ufficio Urbanistica
(Arch.S. Parigi

Delibera Comune Castiglion Fibocchi n.2

Comune di Castiglion Fibocchi
Provincia di Arezzo
Ufficio Urbanistica
AVVISO PUBBLICO
Si porta a conoscenza degli enti, associazioni, aziende,
organizzazioni e dei cittadini o gruppi di cittadini che la
deliberazione del Consiglio Comunale di Castiglion Fibocchi
n° 42 del 29.12.2009 d’oggetto: “Adozione variante
urbanistica all’art. 13 delle N.T.A. del PRG vigente” è stata
pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n° 2
del 13/01/2010.
Si informa inoltre che dalla data di pubblicazione
sopracitata la suddetta deliberazione ed i relativi allegati
sono depositati presso l’Ufficio Urbanistica comunale per cui
chiunque potrà prenderne libera visione ed entro i successivi
45 giorni presentare le osservazioni che riterrà opportune.
Castiglion Fibocchi, 13 gennaio 2010
Ufficio Urbanistica
Arch. Silvia Parigi

Delibere Comune Castiglion Fibocchi n.1

Comune di Castiglion Fibocchi
Provincia di Arezzo
Ufficio Urbanistica
AVVISO PUBBLICO
Si porta a conoscenza degli enti, associazioni, aziende,
organizzazioni e dei cittadini o gruppi di cittadini che la
deliberazione del Consiglio Comunale di Castiglion Fibocchi
n° 41 del 29/12/2009 d’oggetto: “Adozione variante
urbanistica al PRG vigente comparto C7” è stata pubblicata
sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n° 2 del
13/01/2010.
Si informa inoltre che dalla data di pubblicazione
sopracitata la suddetta deliberazione ed i relativi allegati
sono depositati presso l’Ufficio Urbanistica comunale per cui
chiunque potrà prenderne libera visione ed entro i successivi
45 giorni presentare le osservazioni che riterrà opportune.
Castiglion Fibocchi, 13 gennaio 2010
Ufficio Urbanistica
Arch. Silvia Parigi

lunedì 1 marzo 2010

LA libertà d'espressione

http://www.youtube.com/watch?v=F_IFGgTQ1ZI&feature=fvw

Craxi ladro

http://www.youtube.com/watch?v=kqQ6AW_9jSI&feature=related

Minzolini bugiardo

http://www.youtube.com/watch?v=ZHxW2ZIQSwY

I Francesi ci sfottono, a ragione!

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/03/01/farsi-ridere-dietro/

venerdì 26 febbraio 2010

il Lodo De Magistris

http://www.corriere.it/politica/10_gennaio_02/de_magistris_lodo_berlusconi_4b219fb8-f7b8-11de-8d00-00144f02aabe.shtml

mercoledì 24 febbraio 2010

Condanna a Google

http://punto-informatico.it/2818085/PI/News/violenze-facebook-indignazioni-proposte.aspx

Vorrei ribadire il fatto che una condanna a Google è una scemenza, un'azione inopportuna..come dice sempre un vero eroe di Stato, di nome Antonio Di Pietro, non si può affermare che se in un'autostrada succede un incidente, si chiude l'autostrada per sempre...quello che mi è sembrato evidente dai servizi del tg1 e del tg5 è che si è cercato di creare questa sfiducia verso il mezzo internet e che le limitazioni, tramite la censura, siano cosa buona. Invece no!!!limitare internet sarebbe come difendere chi pubblica tali cose dalle accuse della gente onesta, che non avrebbe più la possibilità di vedere le facce dei mostri che pubblicano tali cose, non ci sarebbe più indignazione verso questi animali insensibili ed incivili, non ci sarebbe la "ghigliottina mediatica" di piazza!!!!Bisogna punire i colpevoli...non le vittime!!

martedì 23 febbraio 2010

Opinione su Nicastro

http://bari.repubblica.it/dettaglio/Nicastro-candidato-Csm-si-con-polemiche/1863461?ref=rephp

La candidatura a capolista dell'Italia dei Valori del dott. Nicastro mi sembra un corretto adempimento dell'IdV ai principi di legalità, giustizia, questione morale, e si dissocia dalla teoria del "meno peggio" come accaduto con l'appoggio a De Luca in Campania. In questi giorni sui giornali filo-berlusconiani vediamo accuse infondate e controverse, oltre che contrastanti tra di loro, sia rivolte a Maruska Piredda, che viene criticata perchè abita a Milano ed è candidata nelle liste della Liguria per il Pd e quindi non può conoscere la realtà ligure, e fin qui anche condivisibile.
Ma l'accusa veramente contradittoria è quella rivolta a Nicastro per essersi candidato nella Regione dove ha esercitato la propria professione di magistrato. Una persona di grande valore come Nicastro, che conosce la realtà pugliese in tutte le sue sfaccettature drammatiche e criminali, può veramente adempiere ai compiti della legalità, della trasparenza, della pulizia dell'Ente Regione e di chi lo compone; In realtà ai potenti prude il culo in quanto Nicastro ha indagato su Fitto in primis, ne conosce i reati, il comportamento, conosce i crimini commessi dai politici locali all'erario statale ed alla stessa società civile, ma queste sue competenze sono scomode agli alti locati che vogliono mantenere intatto il loro potere criminale, affaristico, familistico, clientelare.
Perchè due realtà, due persone, come Piredda e Nicastro vengono criticate allo stesso modo per aver agito in maniera completamente diversa?
Il Potere voleva un Nicastro cosciente della sporcizia dei politici pugliesi in altra Regione, dove non ne poteva apprezzare la realtà e svolgere al massimo il proprio mandato, e non voleva che Piredda venisse iscritta ad una lista fuori dalla propria realtà? Bhé io vedo in questo tanta incoerenza, spregiudicatezza, asservimento al Potere da parte delle Tv e dei giornali, che hanno preferito i soldi alla propria dignità di raccontare i fatti.

domenica 21 febbraio 2010

Di Pietro su Protezione Civile

http://www.youtube.com/watch?v=VD_ZMzNpWHE

mercoledì 10 febbraio 2010

La resurrezione dopo il fallimento

La resurrezione dopo il fallimento
Dal Congresso dell'IdV sono emersi dei fattori importanti che mi hanno fatto pensare a delle possibili soluzioni per rimediare all'inevitabile crollo elettorale. Dato che ormai l'obiettivo 10% per le politiche del 2013 sembra lontano e a queste Regionali si prospetta invece un 2%, attraverso le mie deduzioni vorrei, ove possibile, convincere gli elettori iscritti a questo forum di continuare a dare il proprio sostegno elettorale, intelletuale, etico, conoscitivo all'IdV.

Cosa ho dedotto dal Congresso:
1) i delegati dell'IdV si aspettavano un'assemblea piena di passione, di coraggio, di onestà, di voglia di cambiare, ed invece, increduli anche gli stessi, si sono ritrovati ad applaudire De Luca e ad acclamarlo cadendo in un baratro abissale;
2) gli elettori, vista questa acclamazione, si sono sentiti presi in giro, in quanto è stato palesemente macchiato il codice etico dell'IdV, che si basa sulla legalità, sull'onestà, sulla fedina penale pulita, sulla forza dei casi di ineleggibilità ed incompatibilità, ed hanno quindi deciso, vedendosi cadere anche questo muro di giustizia e politica seria che è l'IdV, di sostenere altre formazioni politiche, un esempio è il Movimento 5 Stelle;
3) L'IdV, dopo il Congresso che doveva segnare un proseguimento di linea incorruttibile, si è adeguato al metodo che ormai caratterizza tutti i partiti, ovvero il metodo moderato opportunista che tanto piace al Pd;
4) E' l'ennesima sconfitta della sinistra, in quanto l'IdV rappresentava l'erede morale del Pci del grande Enrico Berlinguer e l'unico partito dalla parte dei cittadini, ma il Congresso, come la morte di Berlinguer, ha segnato la fine della politica non politicante.

Ora quello che voglio dire è che la sinistra non potrà più vincere le elezioni, in quanto è spezzettata in milioni di partiti che non trovano mai un collante decisivo per unirsi e battere la destra, basti pensare alle brevi legislature dei governi Prodi con milioni di partiti che ne hanno portato sempre alla decadenza. La legalità e la morale potevano essere il grande collante condivisibile per la vera sinistra, e l'IdV avrebbe avuto un ruolo decisivo in questo compito arduo di vincere contro la destra. Era l'unico metodo di vincere contro B.;Si è pensato ad accettare un contratto a breve termine con il Pd che è un partito poco dignitoso e non degno di sostegno, invece di puntare sulle carte che già avevamo in mano e che potevamo giocare per vincere questa partita a lungo termine; abbiamo abusato del ruolo che gli elettori destinavano a questo partito "pescando" da un mazzo fetido la carta sbagliata, cioè dell'alternativa. Non si fa alternativa ad un metodo illecito, sporco ed illegittimo di fare politica attenendosi alle regole inciuciste tipiche della casta!L'IdV alle politiche poteva salire molto di più del 10% se manteneva le proprie posizioni!..invece hanno deciso di fare diversamente. Ma è adesso il compito più arduo: conquistare consensi.
Come?

1)Ripulendo l'IdV Marche prima delle elezioni Regionali "imponendo" altri candidati di alto profilo morale e l'IdV in ambito nazionale dopo le elezioni Regionali;
2)Precedentemente alle elezioni politiche 2013, indire le primarie per scegliere il Segretario Nazionale,il Presidente, le candidature locali in modo da rendere tali specchio della volontà dell'elettore;
3)Scendere a patti solo con partiti che non presentano al loro interno condannati, imputati, indagati;
4)La forza del partito si misura da come e quanto riesce a far valere le proprie opinioni all'interno di una coalizione, non sottomettendosi alla volontà del partito con più eletti!

martedì 9 febbraio 2010

Non pubblicazione concorsi

COMUNE DI CASTIGLION FIBOCCHI
PROVINCIA DI AREZZO
*****
OGGETTO: SELEZIONE PUBBLICA PER L’ASSUNZIONE A TEMPO PIENO E
PERIODO DETERMINATO DI N.1 ASSISTENTE SOCIALE
ELENCO DEI CANDIDATI AMMESSI A PARTECIPARE ALLA SELEZIONE E
COMUNICAZIONE CALENDARIO
Sono ammessi a partecipare alla selezione pubblica in oggetto, i seguenti candidati :
COGNOME / NOME DATA DI NASCITA
1. Cannoni Claudia 27/12/1981
I candidati sono invitati a sostenere il colloquio il giorno 21/01/2010 alle ore 9,00 presso la
sede municipale, piazza Municipio 1/r - Castiglion Fibocchi (AR).
La presente forma di comunicazione sostituisce la lettera di ammissione e costituisce
notifica ad ogni effetto di legge.
Castiglion Fibocchi, 14 gennaio 2010
Il presidente della Commissione Giudicatrice


PERCHè NESSUNO NE SAPEVA NIENTE????
risposta: difesa della casta fibocchese che da anni posiziona parenti ed amici nell'amministrazione comunale.

Tariffe per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani

COMUNE DI CAST IGL ION F IBOCCHI
Provincia di Arezzo
52029 Piazza Municipio n° 1 C.F. 00284440518
Tel. 0575/47484 fibocchi@tin.it Fax 0575/47516
STRALCIO DELLA DELIBERAZIONE DI GIUNTA MUNICIPALE N. 13 DEL 05/03/2009 IN
MATERIA DI TASSA SMALTIMENTO RIFIUTI SOLIDI URBANI ANNO 2009.
Categorie Tariffe
Categoria 1 E. 1,41
Categoria 2 E. 2,20
Categoria 3 E. 3,74
Categoria 4 E. 4,05
Categoria 5 E. 2,70
Categoria 6 E. 3,00
Categoria 7 E. 2,70
Categoria 8 E. 2,70
Categoria 9 E. 2,33
Categoria 10 E. 4,00
Categoria 11 E. 1,21
Categoria 12 E. 0,56
Categoria 21 E. 0,94
Categoria 25 E. 2,03
Categoria 26 E. 0,85
Cat. 1 Locali adibiti ad abitazione;
Cat. 2 Studi professionali, tecnici, sanitari, ecc.;
Cat. 3 Alberghi, ristoranti, trattorie, rosticcerie, pensioni, affittacamere, caserme, case di riposo,
sedi di collettività;
Cat. 4 Uffici commerciali, industrie, banche, assicurazioni, istituti di credito di diritto pubblico e
con fini di lucro, case di cura private tassabili non in via normale, ma solo nel caso in cui
sia intervenuta deroga di cui all’u.c. dell’art. 25 della legge 336/41;
Cat. 5 Esercizi commerciali in genere, supermercati, aree adibite a banchi di vendita,
autonoleggio, impianti di carburante, ecc. (abbattimento del 25% per i locali destinati a
sale espositive e mostre permanenti limitatamente alla parte di superficie a tale uso
adibita);
Cat. 6 Locali destinati ad uso stabilimenti e magazzini industriali, tettoie e aree industriali;
Cat. 7 Botteghe, laboratori, magazzini, tettoie e aree artigianali;
Cat. 8 Locali per attività mista, artigiana e commerciale;
Cat. 9 Cinema, circoli ricreativi di divertimento in genere;
Cat. 10 Sale da ballo, da gioco, bar, locali di divertimento in genere e altri esercizi a vigilanza di
P.S.;
Cat.11 Locali degli enti pubblici, assicurazioni ed istituti di natura esclusivamente religiosa,
culturale, educativa, politica, sportiva, di ricovero, scuola di ogni ordine e grado,
assicurazioni sindacali, Enti di assistenza e beneficenza, autoservizi e simili, enti ospedalieri;
Cat.12 Insediamenti oltre mt. 150 dalla zona di raccolta (riduzione del 60% art. 8, c. 3, reg. T.R.S.U.);
Cat. 21 Riduzione di 1/3 per abitazioni con unico occupante;
Cat. 25 Superfici sale espositive e mostre permanenti (cat. 5-25%);
Cat. 26 Riduzione del 40% per ultrasettantenni in disagio economico;
In presenza di più requisiti posseduti per fruire di riduzioni, per le quali sia stata stabilita la non
cumulabilità, si applica quale unica agevolazione, quella più favorevole al contribuente.


Perchè i cittadini non sono informati su quello che delibera il nostro Comune?

lunedì 8 febbraio 2010

La "democraticizzazione" dell'IdV porterà a cambiamenti?

la "democraticizzazione" dell'IdV porterà ad uno "scisma", ad una "divisione elettorale". Vale a dire:

1) La parte "radicale" del partito , cioè quella nata dall'anti-berlusconismo e dall'opposizione ferrea al regime, non voterà più IdV e si riverserà alle urne per votare, contrariamente alle previsioni, il Movimento 5 Stelle ove esiste un candidato di tale movimento;

2) Coloro cheprima non aderivano al partito o comunque non votavano IdV, vedono in questa "democraticizzazione" ( se lo sia davvero o meno perchè si tratta di snellire un pò i toni sull'anti-berlusconismo ed impegnarsi di più "?" nel costruire un'alternativa al berlusconismo che mi sembra difficile visto che Pd+Idv arrivano appena sopra il 33% e con l'UdC al 40% forse) una svolta che porterà persone a votare l'IdV in quanto sentono che il partito ha fatto un passo in avanti sui contenuti e non sulla forma;

3) Nuova opzione che prende quota, gli elettori che hanno contribuito a
fare dell'IdV un partito che raccoglie l'8% alle europee, non andranno a votare nelle prossime tornate elettorali, ed ingrosseranno la parte di Italiani delusi dalla politica.

Apparte questi discorsi, dobbiamo sottolineare che anche il 6,2% che ci attribuiscono è comunque un incremento rispetto alle politiche del 2008 di circa 2 punti percentuale.

domenica 7 febbraio 2010

Di Pietro confermato presidente

http://www.unita.it/news/italia/94721/congresso_idv_di_pietro_confermato_presidente_per_acclamazione

Congresso Idv, Di Pietro confermato presidente per acclamazione

Il Congresso di Italia dei Valori ha rieletto Antonio Di Pietro presidente del partito per acclamazione. La rielezione, scontata fin dall'inizio del congresso, è stata contesa simbolicamente solo dal deputato campano Francesco Barbato, candidatosi a rappresentare i malumori di una parte della base del partito, che ha criticato la gestione "personalistic" e poco democratico del leader e fondatore.

«Siamo pronti a un altro governo per il Paese. Abbiamo fatto resistenza, resistenza, resistenza, che ci voleva a un regime piduista ma ora siamo alla svolta. Siamo pronti al Governo», ha detto Di Pietro rivendicando l'alternativa come strada per Idv, prendendo la parola al congresso dopo la conferma a presidente del partito. «Aiutatemi a portare questa barca alla riva, dopo di che vi assicuro che anch'io non vedo l'ora di tornare un pò alla mia masseria». Con una nuova evocazione delle sue origini familiari, legate alla terra, ai contadini, Antonio Di Pietro lascia balenare un ritiro dalla scena politica. Ma solo quando, è altrettanto chiaro il concetto, «avremo mandato a casa questi qua» dice riferendosi al governo.

«Abbiamo un programma. Abbiamo stabilito un recinto entro cui vogliamo operare e una coalizione con cui vogliamo realizzare questo programma. Oggi stabiliamo anche chi sono i nostri compagni di viaggio. Un grande gesto di umiltà. Sappiamo che da soli non bastiamo». «Quindi ribadiamo la nostra ferma opposizIone - aggiunge - non solo nelle istituzioni ma anche nella piazze del Paese contro questo governo perchè vogliamo parlare al Paese sul lavoro, sulla giustizia, sulle partite iva e dire quante prese in giro vengono fatte».

Presente al congresso anche Guy Verhofstadt, presidente dell'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa gruppo del Parlamento europeo al quale è iscritto anche l'Idv: «L'Italia dei Valori è davvero l'alternativa per una nuova Italia» e «se l'attuale presidente del Consiglio avesse investito per l'Italia la stessa energia che ha speso per i suoi interesse personali, credo che l'Italia sarebbe oggi il Paese con maggior benessere e ricchezza al mondo», ha detto Verhofstadt intervenendo in italiano al primo congresso del partito di Di Pietro e infiammando i delegati. «Cosa sta succedendo oggi in Italia va contro ogni principio liberale - ha aggiunto aggiunge - il continuo discreditare la giustizia; l'impunità fiscale e criminale; le intimidazioni e il controllo
dell'informazione; gli attacchi da film di spionaggio. Questi sono sintomatici di un panorama politico malato».

«L'Italia dei valori - sottolinea - rappresenta la modernità, rappresenta la democrazia liberale, per scardinare la demagogia, i nuovi poteri mediatici, i cartelli oligarchici, gli attentati alla giustizia, per ristabilire la libertà, la legalità, il benessere, il buongoverno».
07 febbraio 2010

Idv, Di Pietro confermato presidente

http://www.repubblica.it/politica/2010/02/07/news/idv_di_pietro_confermato_presidente-2216602/

Idv, Di Pietro confermato presidente
"Basta protesta sterile, pronti a governare"

Idv, Di Pietro confermato presidente "Basta protesta sterile, pronti a governare"
ROMA - Antonio Di Pietro è stata confermato alla presidenza dell'Italia dei Valori dall'assemblea congressuale del suo partito. Lo sfidante Barbato si era ritirato, e l'ex pm è stato eletto per acclamazione.

"Siamo pronti a un altro governo per il Paese. Abbiamo fatto resistenza, resistenza, resistenza, che ci voleva a un regime piduista ma ora siamo alla svolta. Siamo pronti al governo", ha detto di Pietro prendendo la parola dopo la conferma. Ribadenso così la svolta annunciata ieri, quando aveva affermato "la piazza non basta". "Avete capito bene che costa state approvando con la mozione del presidente? - ha chiesto l'ex pm ai delegati -. E' finito il tempo della sterile protesta e comincia quello della grande responsabilità di governo che vogliamo". Così, l'Italia dei Valori "dovrà mettere in campo un'azione politica di contrasto e anche di stimolo al governo".

Sulle alleanze il presidente dell'Idv ha parlato della necessità di "non alzare steccati". "Servono - ha detto - alleanze nel circuito del centrosinistra ma anche nell'area laica, liberale, del non voto, di tutti coloro che vedono riconosciuti nella Costituzione i loro diritti. Bisogna assumere la responsabilità di non creare divisioni, altrimenti l'obiettivo del cambio di governo diventa più difficile".

Casini all'attacco. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini non manca di polemizzare. Anche col Pd. "Ognuno abbraccia chi ritiene più opportuno abbracciare. Se Bersani abbraccia Di Pietro io preferisco abbracciare Enzo Carra che il giustizialismo lo ha vissuto sulla propria pelle". La replica di Donadi: "E' nervoso perché ha capito che gli si è chiuso un forno e gli è rimasto un dito dentro...qui ieri e oggi c'è stata una svolta, il centrosinistra vede un'alleanza rinsaldata tra Idv e Pd e ha capito che deve scegliere".

(07 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Politica

L'IdV assolve De Luca

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2433935&yy=201

7 febbraio 2010

I delegati danno il via alla candidatura, contrario De Magistris

La Madonna pellegrina è andata a giudizio. Il processo (breve, dice De Magistris) a Vincenzo De Luca, candidato Pd alla regione Campania, finisce in un’assoluzione con formula piena. Per lui, è standing ovation. Antonio Di Pietro ieri mattina lo ha chiamato al telefono: "Stiamo decidendo che fare con te. Vuoi venire a convincerci?". "Alle tre e mezza sto lì", ha risposto l’imputato.

Arriva puntuale, quando Di Pietro ha già spiegato alla platea come accoglierlo. "Abbiamo tre opzioni: non votarlo, votarlo senza condizioni o mettere dei paletti. L’alternativa è consegnare la regione ai casalesi". La strada, insomma, era spianata. Solo i "dissidenti", continuavano a sperare che ci fosse un’altra soluzione. "Avremmo voluto un candidato autonomo, come in Calabria, e non farci mettere spalle al muro dal Pd", spiega Carlo Diana dall’Emilia.

Per il resto “la linea dei paletti” all’ora di pranzo aveva già sfondato: "Se si dimette anche in caso di condanna in primo grado, va bene", dice il siciliano Salvo Di Blasi. "Vogliamo dare un peso o no alla presunzione di innocenza?" si domanda Denis Rosa, avvocato veneziano. "Se poi sarà condannato, fuori immediatamente, a calci", aggiunge Alessandra Maiorano, 23enne padovana. "È un atto di fiducia, non solo a De Luca, ma anche a Di Pietro", chiosa Antonino Pipitone, che a Padova fa l’assessore. Già, altro che rimettersi all’assemblea, con il discorso dei paletti, Di Pietro si è assunto una responsabilità non da poco.

E forse nemmeno lui si aspettava le standing ovation. Ma De Luca evidentemente ha scelto le parole giuste. “Sono pronto a sottoscrivere un codice etico. Io sono un altro Sud, quello che combatte e non ha paura della legalità. La mia accusa per truffa e concussione è dovuta al fatto che ho chiesto la cassa integrazione per 200 operai licenziati, ma sono orgoglioso. C’è chi tra le frequentazioni ha gli operai; altri invece che le hanno con i casalesi, i camorristi e gli estorsori".

Mentre applaudono lui, i delegati applaudono il loro presidente. "La magistratura indaghi a 360°". "Che nessuno si difenda dai processi ma nei processi". "Chi è condannato metta la firma sotto le dimissioni". La vulgata è quella del Tonino nazionale: "Basta con i primari che non sanno distinguere un bisturi da un cavatappi". "Basta con i bastimenti al Columbus Day a spese della regione".

Quando finisce, Di Pietro allarga le braccia. C’è altro da aggiungere? No. L’Idv è con De Luca. Lui ha il volto provato: "Oddio, e che è! – dice uscendo dalla sala – Gli esami non finiscono mai, mi hanno catapultato qui come la Madonna pellegrina". Luigi De Magistris invece è furibondo. In sala ad ascoltare l’imputato nemmeno c’è andato. "Che è, il processo breve? L’applausometro? No, non mi interessa. Di Pietro è il leader, ma io sono campano e conosco i problemi, che non sono le favolette che ha raccontato De Luca. E poi magari sarà condannato tra dieci anni, quando avrà già finito di governare".

Fausto Morrone, candidato alle regionali per l’Idv, è uno dei maggiori oppositori di De Luca a Salerno: "Io non ho applaudito. I suoi capi d’imputazione non sono quelle sciocchezze che vuole far credere: ha favorito imprenditori, ha incentivato la speculazione, non è stato abbastanza vigile sulle infiltrazioni camorristiche. Capisco Di Pietro: pur soffrendo di gastrite, se De Luca in Campania serve a non dare l’immagine di un centrosinistra frammentato, va bene così. Ma ad applaudirlo no, io non ce l’ho fatta".

da il Fatto Quotidiano del 7 febbraio

Crisi, il futuro è la guerra civile

http://www.danielemartinelli.it/2010/02/05/crisi-il-futuro-e-la-guerra-civile/

Al summit di Davos il logo Nike ha rappresentato la raffigurazione economica del ciclo del nuovo decennio: caduta rapida, ripresa lenta.

Quindi la Grecia è ormai fallita! seguiranno a ruota Spagna, Italia e Portogallo. Secondo le favole del regime cartaceo-televisivo l’unione europea dovrebbe “assorbire” i tonfi economici facendosi carico dei debiti degli stati falliti con conseguente svalutazione dell’euro, ma qualcosa mi dice che le 4 nazioni mediterranee saranno sganciate dall’Europa. Lasciate nell’ammollo del loro fallimento economico.

L’Italia, lo sappiamo, è un paese fuori controllo con un debito pubblico galattico e con una percentule di disoccupazione che si avvia verso il 15%. Il governo Berlusconi legifera soltanto per la salvezza “tecnica” dei suoi componenti e dei suoi affini. Berlusconi con la sua maggioranza bulgara approva qualunque attentato antidemocratico alla libertà e alla sovranità popolare, calpestando ogni qualsivoglia forma di diritto costituzionale, ben conscio che un numero sempre maggiore di cittadini poveri e allo stremo non ha tempo per pensare alla sacralità delle istituzioni, in quanto preoccupato a pensare come sbarcare il lunario. Fra lavoretti in nero e sponsorizzazione di amici e parenti i poveri passano le proprie giornate sui grattini o alla ricerca della sestina del Superenalotto.

In questo quadro il potere non ci smena. Il suo unico obiettivo è rischiare il meno possibile. Ecco perché gli importa mantenere il controllo delle opinioni. Da questo punto di vista Internet, considerato un pericolo incontrollato, viene contenuto semplicemente senza migliorare la banda. E quella che c’è è sufficiente cercare di zittirla proliferando leggi inapplicabili nell’illusione di limitarne la libertà di espressione, assieme a norme che complichino le procedure per avviare piccole attività autonome, esasperazione della burocrazia, innalzamento di pressione fiscale con gabelle e multe ingiuste, oltre allo svuotamento delle strutture pubbliche con i tagli ai finanziamenti.

La statalizzazione del dominio delle masse orchestrato da una ristretta lobby di potere corrotto e speculatore, viene esercitata col controllo del potere d’acquisto: le pensioni e gli stipendi inadeguati al costo della vita pagati dando fondo al debito pubblico, stanno per diventare un game over oltre il quale seguiranno tumulti di piazza, saccheggio di case e negozi in un clima da guerra civile.

4 milioni di dipendenti pubblici e 11 milioni di pensionati uniti a migliaia di disoccupati di Eutelia, Fiat, Alcoa col treno di piccole e medie imprese dell’indotto al seguito, sono una bomba che farà saltare in aria lo status di un’economia che ha esaurito un ciclo. Non si torna più indietro. E’ finito il tempo del lavoro e dello stipendio a tutti. La resa dei conti è ormai cominciata e prima che passi ci vorrà tempo e morti. Siamo tutti a rischio, anche gli arricchiti della casta, che avranno qualche chance di salvarsi soltanto se rimarranno barricati nelle loro residenze super protette da guardie assunte e armate fino ai denti, che spareranno a vista ai poveri martiri senza casa, senza lavoro e senza cibo che tenteranno di avvicinarsi.

Ecco perché nella situazione in cui siamo, in un paese fuori controllo, l’imperativo per il potere è barricarsi con ogni forma e mezzo per mantenere i privilegi dietro la parvenza della legalità. Annullare i processi significa salvarsi dal rischio di vedersi sequestrati beni immobili e conti correnti, unica arma vincente per un’elite di delinquenti talmente ricca da essere troppo potente e influenzabile per pensare di abbatterla dall’oggi al domani.

Spetta al popolo reagire. Ma lo farà soltanto quando il numero dei cittadini stremati avrà superato un certo picco. Il default degli stipendi pubblici sarà il precipizio. Per ora il governicchio corrotto va avanti a legiferare ogni sconcezza propagandata da un codazzo di battute infelici. Ultimo esempio l’introduzione dei licei musicali della riforma Gelmini, salutati dal premier come “luoghi in cui le canzoni mie e di Apicella saranno materia di studio grazie ad un ministro che per lavorare ha rinunciato al viaggio di nozze“. Violenta umiliazione alla dignità di milioni di italiani onesti, che hanno creduto a un sistema economico e finanziario che li ha depredati con la complicità dei governi.
Il count-down è già terminato. Con le rivolte violente di una massa di gente disperata senza più nulla da perdere, un duomo in faccia sarà soltanto un solletico.

Di Pietro stupisce: "La piazza non basta" Bersani: "Bene, è il momento dell'alternativa"

http://www.repubblica.it/politica/2010/02/06/news/bossi_attacca_l_udc_non_conta_niente-2205484/

ROMA - Come colonna sonora 'I cento passi'. Come coreografia le mani in alto dei delegati "per mostrare a tutti che sono pulite". Al congresso dell'Idv arriva il giorno di Antonio Di Pietro. "Abbiamo da fare. Dobbiamo ripulire la piazza per fare il bene della democrazia" scandisce l'ex pm dal palco. Che annuncia la svolta dell'Idv: "Basta all'opposizione solo di pancia o di piazza. Se vuoi fare l'opposizione che urla solo nelle piazze va bene, c'è il nostro zoccolo duro che ci vota, che può essere il 2% o l'8%, dipende dal mal di pancia che c'è in quel momento". Ma non basta. "Come dice il mio amico Bersani (applaudito con Vendola al suo arrivo ndr) , di opposizione si muore. E' il momento dell'alternativa". Un'apertura che trova il plauso del Pd: "E' importante dire alternativa e mi fa piacere che l'Idv abbia fatto un ulteriore passo verso questa direzione" replica Bersani. Che, al termine, salirà sul palco per abbracciare Di Pietro. Innescando la reazione "preoccupata" dell'Udc e di Pier Ferdinando Casini.

L'ex pm guarda al futuro. Dicendo di voler sconfiggere la politica di Berlusconi, affidando "la sua persona ai magistrati". Opposizione dura ma non solo, continua l'ex pm "per buttare a mare il governo Berlusconi". E per farlo, scandisce Di Pietro "abbiamo il dovere di trovare un punto d'incontro, tra il nostro programma e quello degli altri". Alleanze, dunque, "senza barriere ideologiche". "Passare dalla fase dell'opposizione alla fase dell'alternativa, questo il nostro obiettivo per il futuro. Perché oggi? Perché oggi abbiamo la forza per farlo, riteniamo di essere in grado di costruire questa alternativa. Ma da soli non ce la possiamo fare, dobbiamo cercare un'alleanza per costruire un'alternativa, perché sennò restiamo a fare opposizione. E io non voglio restare a fare opposizione, perché si può finire a morire di opposizione'' annuncia Di Pietro. Poi tocca alla Regionali. In particolare la Campania. Dove pesa il "non voto De Luca" pronunciato dall'eurodeputato Luigi de Magistris: "Deve sapere che rischiamo di consegnare la Campania alla fogna della camorra, ai Casalesi".


Infine l'annuncio di voler restare nell'agone politico fino al 2013: "Il mio impegno è questo, poi farò il socio onorario, se sarà raggiunto l'obiettivo di ridare all'Italia un governo democratico. Passerò la mano, ma solo quando la nave dell'Idv sarà arrivata in porto"

Genchi: "Finta l'aggressione a Berlusconi". "Nel lancio della statuetta del duomo di Milano a Berlusconi non c'è nulla di vero". Gioacchino Genchi, consulente informatico per diverse procure, scalda la platea del congresso dell'Idv. Per sostenere la sua tesi cita "l'esperienza in polizia" e i "video che tanti giovani propongono su YouTube per capire che nel lancio non c'è nulla di vero". Parlando di una "pantomima coronata da quell'uscita di quel fazzoletto nero ed enorme che sembrava quello di Silvan dal quale mancava solo che uscisse un coniglio" e ricorda anche la vicenda di diversi anni fa quando Berlusconi, all'epoca all'opposizione, mostrò "un 'cimicione' enorme che ritrovò nel suo studio accusando le procure rosse e che era chiaramente falso". Affermazioni che scatenano l'ira del centrodestra. "Ma come si permette lo spione Genchi?" protesta il vicepresidente dei senatori del Pdl Francesco Casoli. "E' inaudito che l'Idv presti la tribuna per esporre una tesi così grottesca e offensiva dell'intelligenza degli italiani", insiste il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi.

Di Pietro prende le distanze. "La teoria del finto attentato mi pare
inimmaginabile e fantasiosa", afferma in una nota Di Pietro. "Purtroppo la statuetta in faccia al presidente del Consiglio c'è stata ed è stato un atto grave ed inaccettabile. Credo che sia bene non costruirci teoremi sopra".

La rettifica. "E' evidente che il mio intervento di oggi è stato totalmente frainteso", puntualizza in una nota, Gioacchino Genchi. "Le mie parole, infatti, non facevano alcun riferimento alla dinamica dell'attentato e non intendevano affatto metterne in dubbio la veridicità. Mi riferivo, in realtà, a quanto accaduto immediatamente dopo - chiarisce il consulente informatico - ovvero, al fatto che la scorta del presidente del Consiglio non abbia provveduto con tempestività ed immediatezza ad allontanare il premier da quella situazione di grave pericolo".

La reazione di Casini. Il leader dell'Udc non gradisce l'idea di un'alleanza tra Pd e Idv. Tanto più alla luce dell'intervento di Genchi. "Un partito che non riconosce nemmeno l'aggressione a Berlusconi è un ostacolo per ogni alleanza di governo". Per Casini, l'Idv "è un partito di rissa, nemmeno di piazza.... Non è un partito serio un partito che dà voce a Genchi".

Bersani: "Pd più visibile". La campagna elettorale delle regionali deve essere l'occasione per rendere più evidente il profilo del Pd e dei suoi candidati. Bersani, all'assemblea degli Ecologisti democratici, sottolinea l'urgenza di marcare maggiormente il profilo del suo partito in vista del voto di marzo. "Dobbiamo fare un'operazione sui nostri candidati per renderli più identificabili - dice il segretario del Pd - abbiamo un passato di buona amministrazione da rivendicare, la Lega ha inventato solo le ronde, certo non possiamo restare sulle glorie antiche perciò dobbiamo dire chi siamo: noi siamo quelli del lavoro, del sociale e dell'ambiente, non è solo una questione comunicativa ma anche sostanziale".

Bossi contro l'Udc. "Casini non conta niente, questa è la verità". Umberto Bossi replica così al leader dell'Udc che ieri aveva affermato che in Lombardia si è cementificato un potere tra Comunione e liberazione e la Lega. "Tutti i giorni - prosegue il ministro - Casini se ne inventa una ma la gente se la ride dell'Udc. Il suo partito qui non ha spazio. Ne parleremo dopo le elezioni". Controreplica di Casini: "Bossi dice che non contiamo nulla, ma parla sempre di noi".

(06 febbraio 2010)

sabato 6 febbraio 2010

Tonino Di Pietro

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Il 6 aprile 2008, vigilia delle ultime elezioni, la polizia penitenziaria ascolta il boss della ‘Ndrangheta di Gioia Tauro, Giuseppe Piromalli, ergastolano al 41-bis, chiacchierare del governo prossimo venturo con altri detenuti di Cosa Nostra nell’ora di “socialità” nel carcere di Tolmezzo. Piromalli ha un incubo che gli leva il sonno: che rivinca il centrosinistra e che stavolta non metta alla Giustizia un Mastella, ma Di Pietro. Lo dice al medico mafioso Antonino Cinà e i capimafia Carlo Greco e Paolo Amico (killer del giudice Livatino): “Speriamo che non facciano ministro della Giustizia Di Pietro, quello è incorruttibile, è uno come quel Martelli (il Guardasigilli che nel 1992 inventò il 41-bis, ndr) che ci ha rovinati. E questo Di Pietro è ancora più pesante. Quando faceva il giudice ‘sto cornuto condannava tutti senza pietà, figurati se fa il ministro della Giustizia che cazzo combina. Questo ci fa uscire dal carcere dentro alla bara”.

Negli stessi giorni il figlio di Piromalli e altri amici poi arrestati per mafia incontravano Marcello Dell’Utri, noto bibliofilo. Lui sì, ottimo per la Giustizia. Piromalli aveva ragione. Infatti Di Pietro non è mai stato né mai sarà ministro della Giustizia, perché rischierebbe di farla funzionare davvero: “Figurati che cazzo combina ‘sto cornuto”. In 15 anni di Seconda Repubblica, se la classe politica non ha ancora smantellato del tutto il Codice penale, lo dobbiamo al fattore Di Pietro. Non si contano le volte che, mentre destra e sinistra erano sul punto di accordarsi sulle peggiori leggi pro-mafia e pro-corruzione, l’ex pm s’è messo a urlare e le ha bloccate in extremis. Senza la concorrenza spietata delle sue truppe raccogliticce, il Pd avrebbe fatto molto peggio del peggio che è sotto gli occhi di tutti. Per questo l’establishment lo detesta, per questo il Corriere lo martella ogni giorno con memorabili patacche tipo la foto con Contrada o le rivelazioni a puntate dell’avvocato ex dipietrista Mario Di Domenico, avvocato si fa per dire perché è stato espulso dall’Ordine (un Ordine di stomaco talmente forte da non aver ancora espulso definitivamente Previti, quattro anni dopo le condanne definitive per corruzione giudiziaria). Il tutto, si capisce, alla vigilia del congresso dell’Idv.

L’ha detto il grande Giorgio Bocca l’altra sera ad Annozero: la guerra infinita a Di Pietro, iniziata nell’estate ‘92 col “poker d’assi” di Craxi, proseguita con decine di inchieste-farsa a Brescia sui dossier Gorrini e D’Adamo, distillata ancora un anno fa con le bufale intorno al figlio Cristiano che aveva addirittura raccomandato un elettricista di Termoli, e ora giunta alla comica finale con la cena delle beffe, non è dovuta ai suoi difetti, ai suoi limiti, ai suoi errori. Che pure sono evidenti e numerosi. E’ dovuta ai suoi meriti: al suo ruolo di unica opposizione anti-inciucio, di unica diga che ha frenato in questi anni la soluzione finale, l’impunità totale per le classi dirigenti (anzi, digerenti). Ma proprio qui sta l’errore di Di Pietro, anzi la coazione a ripetere sempre lo stesso errore: ha sottovalutato che, in casa sua, una leggerezza diventa un crimine da ergastolo, una pulce diventa un elefante, una pagliuzza diventa una trave. E ha seguitato a imbarcare di tutto, salvo i pregiudicati: il che già lo distingue da tutti gli altri partiti, ma non basta la fedina penale pulita per rendere affidabile e credibile un partito.

Lamentarsi col Tg1 di Scodinzolini perché lo rincorre con domande “del cazzo” su una normalissima cena, mentre censura tutte le porcate del padrone, è comprensibile ma inutile. Si sa come vanno le cose e perché. Occorre prenderne atto e farne tesoro una volta per tutte. Il congresso potrebbe essere l’ultima occasione. Quanti personaggini alla Di Domenico pascolano ancora nell’Idv? E quanti poltronòmani, alla prima astinenza o al primo invito ad Arcore, sono pronti a vendicarsi come Gorrini e D’Adamo? Meglio cacciarli subito, prima del prossimo libro o del prossimo dossier.

da Il Fatto Quotidiano del 6 febbraio 2010