domenica 9 maggio 2010

LA CRISI GRECA

La Grecia rischia perch... Mostra tuttoè entro il 19 Maggio 2010 dovrà rifinanziare il proprio 9 miliardi di euro di debito pubblico, emettendo titoli per ricevere liquidità con cui rimborsare i creditori. Nel caso in cui la Grecia non riuscisse ad adempiere a questo obiettivo e ricercare nuovi investitori interessati ai BDT, il debito sarà insolvente.
L'UE e l'FMI hanno posto in essere un piano d'intervento, in cui l'UE presterà alla Grecia 30 miliardi di euro e il FMI 15 miliardi di euro. L'Italia dovrà contrarre così un nuovo debito pubblico di 5,5 miliardi di euro da girare poi alla Grecia, che dovrà prima rimborsarlo all'UE poi al FMI.
Il piano non funzioner... Mostra tuttoà per 2 ragioni:
1) I mercati non credono alle promesse del Governo Greco sulla riduzione del deficit, in quanto ha truccato precedentemente i bilanci valutando al ribasso lo stato di salute dei conti pubblici al 3% (quando il deficit in realtà era al 14% del PIL);
La Grecia non può uscire dall'EUROZONA perchè si vedrebbe costretta a risarcire un debito con una moneta più forte del dracma;
L'indebolimento dell'euro ha contratto un effetto positivo nella misura in cui ha reso più appetibili ai mercati internazionali i prodotti europei.
2) La Germania, che è il primo contribuente per finanziare gli "aiuti" ad Atene, è indecisa a salvare la Grecia, in quanto il 9 Maggio ci sono importanti elezioni Regionali ed i cittadini tedeschi sono molto attenti alla spesa pubblica e sono contrari ad aiutare un Paese incapace di creare sviluppo come la Grecia (soprattutto i Liberali), in quanto... Mostra tutto la Germania dovrebbe contrarre un debito di 8,4 miliardi di euro;
L'indecisione tedesca però fa salire i costi del salvataggio:
La moneta unica non è uno scudo per tutti i Paesi UE, soprattutto per quelli come l'Italia che non hanno i conti in ordine che subiranno interessi molto elevati.

Tutto questo porterà ad una maxi-speculazione contro l'euro da parte dei mercati internazionali, che vogliono tagliare fuori i Paesi deboli come l'Italia, la Grecia, il Portogallo, la Spagna (acronimo PIGS).

Per quanto riguarda quello che è accaduto in questa settimana, vorrei porre la questione sull'Italia ed entrare nel merito di Giovedi 6 Maggio 2010 a P.zza Affari.
Giovedì la Borsa è caduta sotto i colpi di vendite su tutti i più importanti titoli, in particolar modo sulle Banche;
In questo modo gli speculatori hanno colpito il cuore della Finanza Italiana.
Il FTSE MIB, indice dei maggiori 40 titoli italiani, ha perso il 4,27%, che sommato ai cali di Martedì 4 e Mercoledì 5 è del 10%; Ovvero 70 miliardi di euro di investimenti sono stati persi Giovedì, 260 miliardi di euro da Martedì.

Tutto questo è stato posto in essere dal cosidetto sistema PANIC SELLING, ovvero un'accellerazione sfrenata delle vendite a ribassi epici.
La colpa è essenzialmente delle Agenzie di Rating come Moody's, che ha affermato che esiste un possibile rischio di contagio greco all'interno del Sistema Europeo, in particolar modo sui PIGS ed UK, gettando il panico ed incentivando gli speculatori.

Le conseguenze sono essenzialmente 3:
1)Il crollo dell'Euro a 1,27 sul Dollaro;
2)Riduzione del 6,7% del prezzo del petrolio al barile per consentirne l'acquisto, evitando così una contrazione dell'economia;
3)Tremonti vara la manovra 2011-2012, 25 miliardi di euro, 1,6% del PIL.

Ma per comprendere meglio tutto questo dobbiamo pensare ai perché della crisi mondiale.
Nel 2008 le Banche erano in via di fallimento perché avevano acquisito i TITOLI TOSSICI, che non valevano niente;
Lo Stato attraverso la spesa pubblica emette Titoli di Stato (debito per 220 milioni di euro) e le Banche si riempiono di titoli, ma usano i soldi della BCE, quindi non mettono i fondi del proprio capitale conseguendo così utili (CARRY TRADE).A questo punto della storia BANCA E STATO SONO UNA COSA SOLA: Gli Stati rischiano per i debiti, mentre le Banche solo se qualcuno non paga.

Il rischio si è spostato quindi DAL SETTORE PRIVATO A QUELLO PUBBLICO e nello stesso tempo si è permesso a coloro che ci hanno portato nella crisi di LUCRARE SUI TASSI D'INTERESSE pagati dai contribuenti.

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