venerdì 26 febbraio 2010

il Lodo De Magistris

http://www.corriere.it/politica/10_gennaio_02/de_magistris_lodo_berlusconi_4b219fb8-f7b8-11de-8d00-00144f02aabe.shtml

mercoledì 24 febbraio 2010

Condanna a Google

http://punto-informatico.it/2818085/PI/News/violenze-facebook-indignazioni-proposte.aspx

Vorrei ribadire il fatto che una condanna a Google è una scemenza, un'azione inopportuna..come dice sempre un vero eroe di Stato, di nome Antonio Di Pietro, non si può affermare che se in un'autostrada succede un incidente, si chiude l'autostrada per sempre...quello che mi è sembrato evidente dai servizi del tg1 e del tg5 è che si è cercato di creare questa sfiducia verso il mezzo internet e che le limitazioni, tramite la censura, siano cosa buona. Invece no!!!limitare internet sarebbe come difendere chi pubblica tali cose dalle accuse della gente onesta, che non avrebbe più la possibilità di vedere le facce dei mostri che pubblicano tali cose, non ci sarebbe più indignazione verso questi animali insensibili ed incivili, non ci sarebbe la "ghigliottina mediatica" di piazza!!!!Bisogna punire i colpevoli...non le vittime!!

martedì 23 febbraio 2010

Opinione su Nicastro

http://bari.repubblica.it/dettaglio/Nicastro-candidato-Csm-si-con-polemiche/1863461?ref=rephp

La candidatura a capolista dell'Italia dei Valori del dott. Nicastro mi sembra un corretto adempimento dell'IdV ai principi di legalità, giustizia, questione morale, e si dissocia dalla teoria del "meno peggio" come accaduto con l'appoggio a De Luca in Campania. In questi giorni sui giornali filo-berlusconiani vediamo accuse infondate e controverse, oltre che contrastanti tra di loro, sia rivolte a Maruska Piredda, che viene criticata perchè abita a Milano ed è candidata nelle liste della Liguria per il Pd e quindi non può conoscere la realtà ligure, e fin qui anche condivisibile.
Ma l'accusa veramente contradittoria è quella rivolta a Nicastro per essersi candidato nella Regione dove ha esercitato la propria professione di magistrato. Una persona di grande valore come Nicastro, che conosce la realtà pugliese in tutte le sue sfaccettature drammatiche e criminali, può veramente adempiere ai compiti della legalità, della trasparenza, della pulizia dell'Ente Regione e di chi lo compone; In realtà ai potenti prude il culo in quanto Nicastro ha indagato su Fitto in primis, ne conosce i reati, il comportamento, conosce i crimini commessi dai politici locali all'erario statale ed alla stessa società civile, ma queste sue competenze sono scomode agli alti locati che vogliono mantenere intatto il loro potere criminale, affaristico, familistico, clientelare.
Perchè due realtà, due persone, come Piredda e Nicastro vengono criticate allo stesso modo per aver agito in maniera completamente diversa?
Il Potere voleva un Nicastro cosciente della sporcizia dei politici pugliesi in altra Regione, dove non ne poteva apprezzare la realtà e svolgere al massimo il proprio mandato, e non voleva che Piredda venisse iscritta ad una lista fuori dalla propria realtà? Bhé io vedo in questo tanta incoerenza, spregiudicatezza, asservimento al Potere da parte delle Tv e dei giornali, che hanno preferito i soldi alla propria dignità di raccontare i fatti.

domenica 21 febbraio 2010

Di Pietro su Protezione Civile

http://www.youtube.com/watch?v=VD_ZMzNpWHE

mercoledì 10 febbraio 2010

La resurrezione dopo il fallimento

La resurrezione dopo il fallimento
Dal Congresso dell'IdV sono emersi dei fattori importanti che mi hanno fatto pensare a delle possibili soluzioni per rimediare all'inevitabile crollo elettorale. Dato che ormai l'obiettivo 10% per le politiche del 2013 sembra lontano e a queste Regionali si prospetta invece un 2%, attraverso le mie deduzioni vorrei, ove possibile, convincere gli elettori iscritti a questo forum di continuare a dare il proprio sostegno elettorale, intelletuale, etico, conoscitivo all'IdV.

Cosa ho dedotto dal Congresso:
1) i delegati dell'IdV si aspettavano un'assemblea piena di passione, di coraggio, di onestà, di voglia di cambiare, ed invece, increduli anche gli stessi, si sono ritrovati ad applaudire De Luca e ad acclamarlo cadendo in un baratro abissale;
2) gli elettori, vista questa acclamazione, si sono sentiti presi in giro, in quanto è stato palesemente macchiato il codice etico dell'IdV, che si basa sulla legalità, sull'onestà, sulla fedina penale pulita, sulla forza dei casi di ineleggibilità ed incompatibilità, ed hanno quindi deciso, vedendosi cadere anche questo muro di giustizia e politica seria che è l'IdV, di sostenere altre formazioni politiche, un esempio è il Movimento 5 Stelle;
3) L'IdV, dopo il Congresso che doveva segnare un proseguimento di linea incorruttibile, si è adeguato al metodo che ormai caratterizza tutti i partiti, ovvero il metodo moderato opportunista che tanto piace al Pd;
4) E' l'ennesima sconfitta della sinistra, in quanto l'IdV rappresentava l'erede morale del Pci del grande Enrico Berlinguer e l'unico partito dalla parte dei cittadini, ma il Congresso, come la morte di Berlinguer, ha segnato la fine della politica non politicante.

Ora quello che voglio dire è che la sinistra non potrà più vincere le elezioni, in quanto è spezzettata in milioni di partiti che non trovano mai un collante decisivo per unirsi e battere la destra, basti pensare alle brevi legislature dei governi Prodi con milioni di partiti che ne hanno portato sempre alla decadenza. La legalità e la morale potevano essere il grande collante condivisibile per la vera sinistra, e l'IdV avrebbe avuto un ruolo decisivo in questo compito arduo di vincere contro la destra. Era l'unico metodo di vincere contro B.;Si è pensato ad accettare un contratto a breve termine con il Pd che è un partito poco dignitoso e non degno di sostegno, invece di puntare sulle carte che già avevamo in mano e che potevamo giocare per vincere questa partita a lungo termine; abbiamo abusato del ruolo che gli elettori destinavano a questo partito "pescando" da un mazzo fetido la carta sbagliata, cioè dell'alternativa. Non si fa alternativa ad un metodo illecito, sporco ed illegittimo di fare politica attenendosi alle regole inciuciste tipiche della casta!L'IdV alle politiche poteva salire molto di più del 10% se manteneva le proprie posizioni!..invece hanno deciso di fare diversamente. Ma è adesso il compito più arduo: conquistare consensi.
Come?

1)Ripulendo l'IdV Marche prima delle elezioni Regionali "imponendo" altri candidati di alto profilo morale e l'IdV in ambito nazionale dopo le elezioni Regionali;
2)Precedentemente alle elezioni politiche 2013, indire le primarie per scegliere il Segretario Nazionale,il Presidente, le candidature locali in modo da rendere tali specchio della volontà dell'elettore;
3)Scendere a patti solo con partiti che non presentano al loro interno condannati, imputati, indagati;
4)La forza del partito si misura da come e quanto riesce a far valere le proprie opinioni all'interno di una coalizione, non sottomettendosi alla volontà del partito con più eletti!

martedì 9 febbraio 2010

Non pubblicazione concorsi

COMUNE DI CASTIGLION FIBOCCHI
PROVINCIA DI AREZZO
*****
OGGETTO: SELEZIONE PUBBLICA PER L’ASSUNZIONE A TEMPO PIENO E
PERIODO DETERMINATO DI N.1 ASSISTENTE SOCIALE
ELENCO DEI CANDIDATI AMMESSI A PARTECIPARE ALLA SELEZIONE E
COMUNICAZIONE CALENDARIO
Sono ammessi a partecipare alla selezione pubblica in oggetto, i seguenti candidati :
COGNOME / NOME DATA DI NASCITA
1. Cannoni Claudia 27/12/1981
I candidati sono invitati a sostenere il colloquio il giorno 21/01/2010 alle ore 9,00 presso la
sede municipale, piazza Municipio 1/r - Castiglion Fibocchi (AR).
La presente forma di comunicazione sostituisce la lettera di ammissione e costituisce
notifica ad ogni effetto di legge.
Castiglion Fibocchi, 14 gennaio 2010
Il presidente della Commissione Giudicatrice


PERCHè NESSUNO NE SAPEVA NIENTE????
risposta: difesa della casta fibocchese che da anni posiziona parenti ed amici nell'amministrazione comunale.

Tariffe per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani

COMUNE DI CAST IGL ION F IBOCCHI
Provincia di Arezzo
52029 Piazza Municipio n° 1 C.F. 00284440518
Tel. 0575/47484 fibocchi@tin.it Fax 0575/47516
STRALCIO DELLA DELIBERAZIONE DI GIUNTA MUNICIPALE N. 13 DEL 05/03/2009 IN
MATERIA DI TASSA SMALTIMENTO RIFIUTI SOLIDI URBANI ANNO 2009.
Categorie Tariffe
Categoria 1 E. 1,41
Categoria 2 E. 2,20
Categoria 3 E. 3,74
Categoria 4 E. 4,05
Categoria 5 E. 2,70
Categoria 6 E. 3,00
Categoria 7 E. 2,70
Categoria 8 E. 2,70
Categoria 9 E. 2,33
Categoria 10 E. 4,00
Categoria 11 E. 1,21
Categoria 12 E. 0,56
Categoria 21 E. 0,94
Categoria 25 E. 2,03
Categoria 26 E. 0,85
Cat. 1 Locali adibiti ad abitazione;
Cat. 2 Studi professionali, tecnici, sanitari, ecc.;
Cat. 3 Alberghi, ristoranti, trattorie, rosticcerie, pensioni, affittacamere, caserme, case di riposo,
sedi di collettività;
Cat. 4 Uffici commerciali, industrie, banche, assicurazioni, istituti di credito di diritto pubblico e
con fini di lucro, case di cura private tassabili non in via normale, ma solo nel caso in cui
sia intervenuta deroga di cui all’u.c. dell’art. 25 della legge 336/41;
Cat. 5 Esercizi commerciali in genere, supermercati, aree adibite a banchi di vendita,
autonoleggio, impianti di carburante, ecc. (abbattimento del 25% per i locali destinati a
sale espositive e mostre permanenti limitatamente alla parte di superficie a tale uso
adibita);
Cat. 6 Locali destinati ad uso stabilimenti e magazzini industriali, tettoie e aree industriali;
Cat. 7 Botteghe, laboratori, magazzini, tettoie e aree artigianali;
Cat. 8 Locali per attività mista, artigiana e commerciale;
Cat. 9 Cinema, circoli ricreativi di divertimento in genere;
Cat. 10 Sale da ballo, da gioco, bar, locali di divertimento in genere e altri esercizi a vigilanza di
P.S.;
Cat.11 Locali degli enti pubblici, assicurazioni ed istituti di natura esclusivamente religiosa,
culturale, educativa, politica, sportiva, di ricovero, scuola di ogni ordine e grado,
assicurazioni sindacali, Enti di assistenza e beneficenza, autoservizi e simili, enti ospedalieri;
Cat.12 Insediamenti oltre mt. 150 dalla zona di raccolta (riduzione del 60% art. 8, c. 3, reg. T.R.S.U.);
Cat. 21 Riduzione di 1/3 per abitazioni con unico occupante;
Cat. 25 Superfici sale espositive e mostre permanenti (cat. 5-25%);
Cat. 26 Riduzione del 40% per ultrasettantenni in disagio economico;
In presenza di più requisiti posseduti per fruire di riduzioni, per le quali sia stata stabilita la non
cumulabilità, si applica quale unica agevolazione, quella più favorevole al contribuente.


Perchè i cittadini non sono informati su quello che delibera il nostro Comune?

lunedì 8 febbraio 2010

La "democraticizzazione" dell'IdV porterà a cambiamenti?

la "democraticizzazione" dell'IdV porterà ad uno "scisma", ad una "divisione elettorale". Vale a dire:

1) La parte "radicale" del partito , cioè quella nata dall'anti-berlusconismo e dall'opposizione ferrea al regime, non voterà più IdV e si riverserà alle urne per votare, contrariamente alle previsioni, il Movimento 5 Stelle ove esiste un candidato di tale movimento;

2) Coloro cheprima non aderivano al partito o comunque non votavano IdV, vedono in questa "democraticizzazione" ( se lo sia davvero o meno perchè si tratta di snellire un pò i toni sull'anti-berlusconismo ed impegnarsi di più "?" nel costruire un'alternativa al berlusconismo che mi sembra difficile visto che Pd+Idv arrivano appena sopra il 33% e con l'UdC al 40% forse) una svolta che porterà persone a votare l'IdV in quanto sentono che il partito ha fatto un passo in avanti sui contenuti e non sulla forma;

3) Nuova opzione che prende quota, gli elettori che hanno contribuito a
fare dell'IdV un partito che raccoglie l'8% alle europee, non andranno a votare nelle prossime tornate elettorali, ed ingrosseranno la parte di Italiani delusi dalla politica.

Apparte questi discorsi, dobbiamo sottolineare che anche il 6,2% che ci attribuiscono è comunque un incremento rispetto alle politiche del 2008 di circa 2 punti percentuale.

domenica 7 febbraio 2010

Di Pietro confermato presidente

http://www.unita.it/news/italia/94721/congresso_idv_di_pietro_confermato_presidente_per_acclamazione

Congresso Idv, Di Pietro confermato presidente per acclamazione

Il Congresso di Italia dei Valori ha rieletto Antonio Di Pietro presidente del partito per acclamazione. La rielezione, scontata fin dall'inizio del congresso, è stata contesa simbolicamente solo dal deputato campano Francesco Barbato, candidatosi a rappresentare i malumori di una parte della base del partito, che ha criticato la gestione "personalistic" e poco democratico del leader e fondatore.

«Siamo pronti a un altro governo per il Paese. Abbiamo fatto resistenza, resistenza, resistenza, che ci voleva a un regime piduista ma ora siamo alla svolta. Siamo pronti al Governo», ha detto Di Pietro rivendicando l'alternativa come strada per Idv, prendendo la parola al congresso dopo la conferma a presidente del partito. «Aiutatemi a portare questa barca alla riva, dopo di che vi assicuro che anch'io non vedo l'ora di tornare un pò alla mia masseria». Con una nuova evocazione delle sue origini familiari, legate alla terra, ai contadini, Antonio Di Pietro lascia balenare un ritiro dalla scena politica. Ma solo quando, è altrettanto chiaro il concetto, «avremo mandato a casa questi qua» dice riferendosi al governo.

«Abbiamo un programma. Abbiamo stabilito un recinto entro cui vogliamo operare e una coalizione con cui vogliamo realizzare questo programma. Oggi stabiliamo anche chi sono i nostri compagni di viaggio. Un grande gesto di umiltà. Sappiamo che da soli non bastiamo». «Quindi ribadiamo la nostra ferma opposizIone - aggiunge - non solo nelle istituzioni ma anche nella piazze del Paese contro questo governo perchè vogliamo parlare al Paese sul lavoro, sulla giustizia, sulle partite iva e dire quante prese in giro vengono fatte».

Presente al congresso anche Guy Verhofstadt, presidente dell'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa gruppo del Parlamento europeo al quale è iscritto anche l'Idv: «L'Italia dei Valori è davvero l'alternativa per una nuova Italia» e «se l'attuale presidente del Consiglio avesse investito per l'Italia la stessa energia che ha speso per i suoi interesse personali, credo che l'Italia sarebbe oggi il Paese con maggior benessere e ricchezza al mondo», ha detto Verhofstadt intervenendo in italiano al primo congresso del partito di Di Pietro e infiammando i delegati. «Cosa sta succedendo oggi in Italia va contro ogni principio liberale - ha aggiunto aggiunge - il continuo discreditare la giustizia; l'impunità fiscale e criminale; le intimidazioni e il controllo
dell'informazione; gli attacchi da film di spionaggio. Questi sono sintomatici di un panorama politico malato».

«L'Italia dei valori - sottolinea - rappresenta la modernità, rappresenta la democrazia liberale, per scardinare la demagogia, i nuovi poteri mediatici, i cartelli oligarchici, gli attentati alla giustizia, per ristabilire la libertà, la legalità, il benessere, il buongoverno».
07 febbraio 2010

Idv, Di Pietro confermato presidente

http://www.repubblica.it/politica/2010/02/07/news/idv_di_pietro_confermato_presidente-2216602/

Idv, Di Pietro confermato presidente
"Basta protesta sterile, pronti a governare"

Idv, Di Pietro confermato presidente "Basta protesta sterile, pronti a governare"
ROMA - Antonio Di Pietro è stata confermato alla presidenza dell'Italia dei Valori dall'assemblea congressuale del suo partito. Lo sfidante Barbato si era ritirato, e l'ex pm è stato eletto per acclamazione.

"Siamo pronti a un altro governo per il Paese. Abbiamo fatto resistenza, resistenza, resistenza, che ci voleva a un regime piduista ma ora siamo alla svolta. Siamo pronti al governo", ha detto di Pietro prendendo la parola dopo la conferma. Ribadenso così la svolta annunciata ieri, quando aveva affermato "la piazza non basta". "Avete capito bene che costa state approvando con la mozione del presidente? - ha chiesto l'ex pm ai delegati -. E' finito il tempo della sterile protesta e comincia quello della grande responsabilità di governo che vogliamo". Così, l'Italia dei Valori "dovrà mettere in campo un'azione politica di contrasto e anche di stimolo al governo".

Sulle alleanze il presidente dell'Idv ha parlato della necessità di "non alzare steccati". "Servono - ha detto - alleanze nel circuito del centrosinistra ma anche nell'area laica, liberale, del non voto, di tutti coloro che vedono riconosciuti nella Costituzione i loro diritti. Bisogna assumere la responsabilità di non creare divisioni, altrimenti l'obiettivo del cambio di governo diventa più difficile".

Casini all'attacco. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini non manca di polemizzare. Anche col Pd. "Ognuno abbraccia chi ritiene più opportuno abbracciare. Se Bersani abbraccia Di Pietro io preferisco abbracciare Enzo Carra che il giustizialismo lo ha vissuto sulla propria pelle". La replica di Donadi: "E' nervoso perché ha capito che gli si è chiuso un forno e gli è rimasto un dito dentro...qui ieri e oggi c'è stata una svolta, il centrosinistra vede un'alleanza rinsaldata tra Idv e Pd e ha capito che deve scegliere".

(07 febbraio 2010) Tutti gli articoli di Politica

L'IdV assolve De Luca

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2433935&yy=201

7 febbraio 2010

I delegati danno il via alla candidatura, contrario De Magistris

La Madonna pellegrina è andata a giudizio. Il processo (breve, dice De Magistris) a Vincenzo De Luca, candidato Pd alla regione Campania, finisce in un’assoluzione con formula piena. Per lui, è standing ovation. Antonio Di Pietro ieri mattina lo ha chiamato al telefono: "Stiamo decidendo che fare con te. Vuoi venire a convincerci?". "Alle tre e mezza sto lì", ha risposto l’imputato.

Arriva puntuale, quando Di Pietro ha già spiegato alla platea come accoglierlo. "Abbiamo tre opzioni: non votarlo, votarlo senza condizioni o mettere dei paletti. L’alternativa è consegnare la regione ai casalesi". La strada, insomma, era spianata. Solo i "dissidenti", continuavano a sperare che ci fosse un’altra soluzione. "Avremmo voluto un candidato autonomo, come in Calabria, e non farci mettere spalle al muro dal Pd", spiega Carlo Diana dall’Emilia.

Per il resto “la linea dei paletti” all’ora di pranzo aveva già sfondato: "Se si dimette anche in caso di condanna in primo grado, va bene", dice il siciliano Salvo Di Blasi. "Vogliamo dare un peso o no alla presunzione di innocenza?" si domanda Denis Rosa, avvocato veneziano. "Se poi sarà condannato, fuori immediatamente, a calci", aggiunge Alessandra Maiorano, 23enne padovana. "È un atto di fiducia, non solo a De Luca, ma anche a Di Pietro", chiosa Antonino Pipitone, che a Padova fa l’assessore. Già, altro che rimettersi all’assemblea, con il discorso dei paletti, Di Pietro si è assunto una responsabilità non da poco.

E forse nemmeno lui si aspettava le standing ovation. Ma De Luca evidentemente ha scelto le parole giuste. “Sono pronto a sottoscrivere un codice etico. Io sono un altro Sud, quello che combatte e non ha paura della legalità. La mia accusa per truffa e concussione è dovuta al fatto che ho chiesto la cassa integrazione per 200 operai licenziati, ma sono orgoglioso. C’è chi tra le frequentazioni ha gli operai; altri invece che le hanno con i casalesi, i camorristi e gli estorsori".

Mentre applaudono lui, i delegati applaudono il loro presidente. "La magistratura indaghi a 360°". "Che nessuno si difenda dai processi ma nei processi". "Chi è condannato metta la firma sotto le dimissioni". La vulgata è quella del Tonino nazionale: "Basta con i primari che non sanno distinguere un bisturi da un cavatappi". "Basta con i bastimenti al Columbus Day a spese della regione".

Quando finisce, Di Pietro allarga le braccia. C’è altro da aggiungere? No. L’Idv è con De Luca. Lui ha il volto provato: "Oddio, e che è! – dice uscendo dalla sala – Gli esami non finiscono mai, mi hanno catapultato qui come la Madonna pellegrina". Luigi De Magistris invece è furibondo. In sala ad ascoltare l’imputato nemmeno c’è andato. "Che è, il processo breve? L’applausometro? No, non mi interessa. Di Pietro è il leader, ma io sono campano e conosco i problemi, che non sono le favolette che ha raccontato De Luca. E poi magari sarà condannato tra dieci anni, quando avrà già finito di governare".

Fausto Morrone, candidato alle regionali per l’Idv, è uno dei maggiori oppositori di De Luca a Salerno: "Io non ho applaudito. I suoi capi d’imputazione non sono quelle sciocchezze che vuole far credere: ha favorito imprenditori, ha incentivato la speculazione, non è stato abbastanza vigile sulle infiltrazioni camorristiche. Capisco Di Pietro: pur soffrendo di gastrite, se De Luca in Campania serve a non dare l’immagine di un centrosinistra frammentato, va bene così. Ma ad applaudirlo no, io non ce l’ho fatta".

da il Fatto Quotidiano del 7 febbraio

Crisi, il futuro è la guerra civile

http://www.danielemartinelli.it/2010/02/05/crisi-il-futuro-e-la-guerra-civile/

Al summit di Davos il logo Nike ha rappresentato la raffigurazione economica del ciclo del nuovo decennio: caduta rapida, ripresa lenta.

Quindi la Grecia è ormai fallita! seguiranno a ruota Spagna, Italia e Portogallo. Secondo le favole del regime cartaceo-televisivo l’unione europea dovrebbe “assorbire” i tonfi economici facendosi carico dei debiti degli stati falliti con conseguente svalutazione dell’euro, ma qualcosa mi dice che le 4 nazioni mediterranee saranno sganciate dall’Europa. Lasciate nell’ammollo del loro fallimento economico.

L’Italia, lo sappiamo, è un paese fuori controllo con un debito pubblico galattico e con una percentule di disoccupazione che si avvia verso il 15%. Il governo Berlusconi legifera soltanto per la salvezza “tecnica” dei suoi componenti e dei suoi affini. Berlusconi con la sua maggioranza bulgara approva qualunque attentato antidemocratico alla libertà e alla sovranità popolare, calpestando ogni qualsivoglia forma di diritto costituzionale, ben conscio che un numero sempre maggiore di cittadini poveri e allo stremo non ha tempo per pensare alla sacralità delle istituzioni, in quanto preoccupato a pensare come sbarcare il lunario. Fra lavoretti in nero e sponsorizzazione di amici e parenti i poveri passano le proprie giornate sui grattini o alla ricerca della sestina del Superenalotto.

In questo quadro il potere non ci smena. Il suo unico obiettivo è rischiare il meno possibile. Ecco perché gli importa mantenere il controllo delle opinioni. Da questo punto di vista Internet, considerato un pericolo incontrollato, viene contenuto semplicemente senza migliorare la banda. E quella che c’è è sufficiente cercare di zittirla proliferando leggi inapplicabili nell’illusione di limitarne la libertà di espressione, assieme a norme che complichino le procedure per avviare piccole attività autonome, esasperazione della burocrazia, innalzamento di pressione fiscale con gabelle e multe ingiuste, oltre allo svuotamento delle strutture pubbliche con i tagli ai finanziamenti.

La statalizzazione del dominio delle masse orchestrato da una ristretta lobby di potere corrotto e speculatore, viene esercitata col controllo del potere d’acquisto: le pensioni e gli stipendi inadeguati al costo della vita pagati dando fondo al debito pubblico, stanno per diventare un game over oltre il quale seguiranno tumulti di piazza, saccheggio di case e negozi in un clima da guerra civile.

4 milioni di dipendenti pubblici e 11 milioni di pensionati uniti a migliaia di disoccupati di Eutelia, Fiat, Alcoa col treno di piccole e medie imprese dell’indotto al seguito, sono una bomba che farà saltare in aria lo status di un’economia che ha esaurito un ciclo. Non si torna più indietro. E’ finito il tempo del lavoro e dello stipendio a tutti. La resa dei conti è ormai cominciata e prima che passi ci vorrà tempo e morti. Siamo tutti a rischio, anche gli arricchiti della casta, che avranno qualche chance di salvarsi soltanto se rimarranno barricati nelle loro residenze super protette da guardie assunte e armate fino ai denti, che spareranno a vista ai poveri martiri senza casa, senza lavoro e senza cibo che tenteranno di avvicinarsi.

Ecco perché nella situazione in cui siamo, in un paese fuori controllo, l’imperativo per il potere è barricarsi con ogni forma e mezzo per mantenere i privilegi dietro la parvenza della legalità. Annullare i processi significa salvarsi dal rischio di vedersi sequestrati beni immobili e conti correnti, unica arma vincente per un’elite di delinquenti talmente ricca da essere troppo potente e influenzabile per pensare di abbatterla dall’oggi al domani.

Spetta al popolo reagire. Ma lo farà soltanto quando il numero dei cittadini stremati avrà superato un certo picco. Il default degli stipendi pubblici sarà il precipizio. Per ora il governicchio corrotto va avanti a legiferare ogni sconcezza propagandata da un codazzo di battute infelici. Ultimo esempio l’introduzione dei licei musicali della riforma Gelmini, salutati dal premier come “luoghi in cui le canzoni mie e di Apicella saranno materia di studio grazie ad un ministro che per lavorare ha rinunciato al viaggio di nozze“. Violenta umiliazione alla dignità di milioni di italiani onesti, che hanno creduto a un sistema economico e finanziario che li ha depredati con la complicità dei governi.
Il count-down è già terminato. Con le rivolte violente di una massa di gente disperata senza più nulla da perdere, un duomo in faccia sarà soltanto un solletico.

Di Pietro stupisce: "La piazza non basta" Bersani: "Bene, è il momento dell'alternativa"

http://www.repubblica.it/politica/2010/02/06/news/bossi_attacca_l_udc_non_conta_niente-2205484/

ROMA - Come colonna sonora 'I cento passi'. Come coreografia le mani in alto dei delegati "per mostrare a tutti che sono pulite". Al congresso dell'Idv arriva il giorno di Antonio Di Pietro. "Abbiamo da fare. Dobbiamo ripulire la piazza per fare il bene della democrazia" scandisce l'ex pm dal palco. Che annuncia la svolta dell'Idv: "Basta all'opposizione solo di pancia o di piazza. Se vuoi fare l'opposizione che urla solo nelle piazze va bene, c'è il nostro zoccolo duro che ci vota, che può essere il 2% o l'8%, dipende dal mal di pancia che c'è in quel momento". Ma non basta. "Come dice il mio amico Bersani (applaudito con Vendola al suo arrivo ndr) , di opposizione si muore. E' il momento dell'alternativa". Un'apertura che trova il plauso del Pd: "E' importante dire alternativa e mi fa piacere che l'Idv abbia fatto un ulteriore passo verso questa direzione" replica Bersani. Che, al termine, salirà sul palco per abbracciare Di Pietro. Innescando la reazione "preoccupata" dell'Udc e di Pier Ferdinando Casini.

L'ex pm guarda al futuro. Dicendo di voler sconfiggere la politica di Berlusconi, affidando "la sua persona ai magistrati". Opposizione dura ma non solo, continua l'ex pm "per buttare a mare il governo Berlusconi". E per farlo, scandisce Di Pietro "abbiamo il dovere di trovare un punto d'incontro, tra il nostro programma e quello degli altri". Alleanze, dunque, "senza barriere ideologiche". "Passare dalla fase dell'opposizione alla fase dell'alternativa, questo il nostro obiettivo per il futuro. Perché oggi? Perché oggi abbiamo la forza per farlo, riteniamo di essere in grado di costruire questa alternativa. Ma da soli non ce la possiamo fare, dobbiamo cercare un'alleanza per costruire un'alternativa, perché sennò restiamo a fare opposizione. E io non voglio restare a fare opposizione, perché si può finire a morire di opposizione'' annuncia Di Pietro. Poi tocca alla Regionali. In particolare la Campania. Dove pesa il "non voto De Luca" pronunciato dall'eurodeputato Luigi de Magistris: "Deve sapere che rischiamo di consegnare la Campania alla fogna della camorra, ai Casalesi".


Infine l'annuncio di voler restare nell'agone politico fino al 2013: "Il mio impegno è questo, poi farò il socio onorario, se sarà raggiunto l'obiettivo di ridare all'Italia un governo democratico. Passerò la mano, ma solo quando la nave dell'Idv sarà arrivata in porto"

Genchi: "Finta l'aggressione a Berlusconi". "Nel lancio della statuetta del duomo di Milano a Berlusconi non c'è nulla di vero". Gioacchino Genchi, consulente informatico per diverse procure, scalda la platea del congresso dell'Idv. Per sostenere la sua tesi cita "l'esperienza in polizia" e i "video che tanti giovani propongono su YouTube per capire che nel lancio non c'è nulla di vero". Parlando di una "pantomima coronata da quell'uscita di quel fazzoletto nero ed enorme che sembrava quello di Silvan dal quale mancava solo che uscisse un coniglio" e ricorda anche la vicenda di diversi anni fa quando Berlusconi, all'epoca all'opposizione, mostrò "un 'cimicione' enorme che ritrovò nel suo studio accusando le procure rosse e che era chiaramente falso". Affermazioni che scatenano l'ira del centrodestra. "Ma come si permette lo spione Genchi?" protesta il vicepresidente dei senatori del Pdl Francesco Casoli. "E' inaudito che l'Idv presti la tribuna per esporre una tesi così grottesca e offensiva dell'intelligenza degli italiani", insiste il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi.

Di Pietro prende le distanze. "La teoria del finto attentato mi pare
inimmaginabile e fantasiosa", afferma in una nota Di Pietro. "Purtroppo la statuetta in faccia al presidente del Consiglio c'è stata ed è stato un atto grave ed inaccettabile. Credo che sia bene non costruirci teoremi sopra".

La rettifica. "E' evidente che il mio intervento di oggi è stato totalmente frainteso", puntualizza in una nota, Gioacchino Genchi. "Le mie parole, infatti, non facevano alcun riferimento alla dinamica dell'attentato e non intendevano affatto metterne in dubbio la veridicità. Mi riferivo, in realtà, a quanto accaduto immediatamente dopo - chiarisce il consulente informatico - ovvero, al fatto che la scorta del presidente del Consiglio non abbia provveduto con tempestività ed immediatezza ad allontanare il premier da quella situazione di grave pericolo".

La reazione di Casini. Il leader dell'Udc non gradisce l'idea di un'alleanza tra Pd e Idv. Tanto più alla luce dell'intervento di Genchi. "Un partito che non riconosce nemmeno l'aggressione a Berlusconi è un ostacolo per ogni alleanza di governo". Per Casini, l'Idv "è un partito di rissa, nemmeno di piazza.... Non è un partito serio un partito che dà voce a Genchi".

Bersani: "Pd più visibile". La campagna elettorale delle regionali deve essere l'occasione per rendere più evidente il profilo del Pd e dei suoi candidati. Bersani, all'assemblea degli Ecologisti democratici, sottolinea l'urgenza di marcare maggiormente il profilo del suo partito in vista del voto di marzo. "Dobbiamo fare un'operazione sui nostri candidati per renderli più identificabili - dice il segretario del Pd - abbiamo un passato di buona amministrazione da rivendicare, la Lega ha inventato solo le ronde, certo non possiamo restare sulle glorie antiche perciò dobbiamo dire chi siamo: noi siamo quelli del lavoro, del sociale e dell'ambiente, non è solo una questione comunicativa ma anche sostanziale".

Bossi contro l'Udc. "Casini non conta niente, questa è la verità". Umberto Bossi replica così al leader dell'Udc che ieri aveva affermato che in Lombardia si è cementificato un potere tra Comunione e liberazione e la Lega. "Tutti i giorni - prosegue il ministro - Casini se ne inventa una ma la gente se la ride dell'Udc. Il suo partito qui non ha spazio. Ne parleremo dopo le elezioni". Controreplica di Casini: "Bossi dice che non contiamo nulla, ma parla sempre di noi".

(06 febbraio 2010)

sabato 6 febbraio 2010

Tonino Di Pietro

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578

Il 6 aprile 2008, vigilia delle ultime elezioni, la polizia penitenziaria ascolta il boss della ‘Ndrangheta di Gioia Tauro, Giuseppe Piromalli, ergastolano al 41-bis, chiacchierare del governo prossimo venturo con altri detenuti di Cosa Nostra nell’ora di “socialità” nel carcere di Tolmezzo. Piromalli ha un incubo che gli leva il sonno: che rivinca il centrosinistra e che stavolta non metta alla Giustizia un Mastella, ma Di Pietro. Lo dice al medico mafioso Antonino Cinà e i capimafia Carlo Greco e Paolo Amico (killer del giudice Livatino): “Speriamo che non facciano ministro della Giustizia Di Pietro, quello è incorruttibile, è uno come quel Martelli (il Guardasigilli che nel 1992 inventò il 41-bis, ndr) che ci ha rovinati. E questo Di Pietro è ancora più pesante. Quando faceva il giudice ‘sto cornuto condannava tutti senza pietà, figurati se fa il ministro della Giustizia che cazzo combina. Questo ci fa uscire dal carcere dentro alla bara”.

Negli stessi giorni il figlio di Piromalli e altri amici poi arrestati per mafia incontravano Marcello Dell’Utri, noto bibliofilo. Lui sì, ottimo per la Giustizia. Piromalli aveva ragione. Infatti Di Pietro non è mai stato né mai sarà ministro della Giustizia, perché rischierebbe di farla funzionare davvero: “Figurati che cazzo combina ‘sto cornuto”. In 15 anni di Seconda Repubblica, se la classe politica non ha ancora smantellato del tutto il Codice penale, lo dobbiamo al fattore Di Pietro. Non si contano le volte che, mentre destra e sinistra erano sul punto di accordarsi sulle peggiori leggi pro-mafia e pro-corruzione, l’ex pm s’è messo a urlare e le ha bloccate in extremis. Senza la concorrenza spietata delle sue truppe raccogliticce, il Pd avrebbe fatto molto peggio del peggio che è sotto gli occhi di tutti. Per questo l’establishment lo detesta, per questo il Corriere lo martella ogni giorno con memorabili patacche tipo la foto con Contrada o le rivelazioni a puntate dell’avvocato ex dipietrista Mario Di Domenico, avvocato si fa per dire perché è stato espulso dall’Ordine (un Ordine di stomaco talmente forte da non aver ancora espulso definitivamente Previti, quattro anni dopo le condanne definitive per corruzione giudiziaria). Il tutto, si capisce, alla vigilia del congresso dell’Idv.

L’ha detto il grande Giorgio Bocca l’altra sera ad Annozero: la guerra infinita a Di Pietro, iniziata nell’estate ‘92 col “poker d’assi” di Craxi, proseguita con decine di inchieste-farsa a Brescia sui dossier Gorrini e D’Adamo, distillata ancora un anno fa con le bufale intorno al figlio Cristiano che aveva addirittura raccomandato un elettricista di Termoli, e ora giunta alla comica finale con la cena delle beffe, non è dovuta ai suoi difetti, ai suoi limiti, ai suoi errori. Che pure sono evidenti e numerosi. E’ dovuta ai suoi meriti: al suo ruolo di unica opposizione anti-inciucio, di unica diga che ha frenato in questi anni la soluzione finale, l’impunità totale per le classi dirigenti (anzi, digerenti). Ma proprio qui sta l’errore di Di Pietro, anzi la coazione a ripetere sempre lo stesso errore: ha sottovalutato che, in casa sua, una leggerezza diventa un crimine da ergastolo, una pulce diventa un elefante, una pagliuzza diventa una trave. E ha seguitato a imbarcare di tutto, salvo i pregiudicati: il che già lo distingue da tutti gli altri partiti, ma non basta la fedina penale pulita per rendere affidabile e credibile un partito.

Lamentarsi col Tg1 di Scodinzolini perché lo rincorre con domande “del cazzo” su una normalissima cena, mentre censura tutte le porcate del padrone, è comprensibile ma inutile. Si sa come vanno le cose e perché. Occorre prenderne atto e farne tesoro una volta per tutte. Il congresso potrebbe essere l’ultima occasione. Quanti personaggini alla Di Domenico pascolano ancora nell’Idv? E quanti poltronòmani, alla prima astinenza o al primo invito ad Arcore, sono pronti a vendicarsi come Gorrini e D’Adamo? Meglio cacciarli subito, prima del prossimo libro o del prossimo dossier.

da Il Fatto Quotidiano del 6 febbraio 2010